IL GRANDE EVENTO SISMICO DEVE ANCORA ARRIVARE A RAGUSA GEOLOGI A CONFRONTO PER DUE GIORNI SOTTO ANALISI MOVIMENTI ED EFFETTI DELLE FAGLIE

Esiste un sistema di faglia principale, in direzione nord, 10 gradi est, che, partendo da Giarratana passa per il fiume Irminio, attraversa il centro storico di Scicli per andare a morire a Cava d’Aliga. E’ questa, ma non solo, la porzione di territorio che occorrerebbe porre ancora di più sotto osservazione utilizzando le nuove tecnologie. Tutto ciò in considerazione del fatto che, a oltre trecento anni di distanza dal micidiale evento sismico dell’11 gennaio 1693, lo stesso che causò infiniti lutti nel Val di Noto, le statistiche testimoniano che il grande terremoto potrebbe essere destinato a ripetersi. Gli studiosi osservano con la massima attenzione movimenti ed effetti delle faglie. Anche perché grande evento sismico non può affatto ritenersi il terremoto della notte di Santa Lucia del 1990. Da qui la necessità di un confronto tra i professionisti del settore, con l’obiettivo di scambiare dati e informazioni e per segnalare la necessità di potenziare i controlli nell’ambito territoriale preso in considerazione. Sono le finalità che hanno spinto l’Associazione geologi liberi professionisti della provincia di Ragusa ad organizzare il primo convegno sul riconoscimento, la definizione e la valutazione del rischio relativo alle faglie e alle discontinuità tettoniche. L’appuntamento, in programma venerdì 2 e sabato 3 marzo, ospiterà, nella prima giornata che si terrà nell’aula magna della Facoltà di Agraria di Ragusa Ibla, interventi di esperti e studiosi che evidenzieranno le caratteristiche della sismicità dell’area iblea, riportando casi di studio su quanto condotto in Sicilia per la definizione delle faglie cosismiche e delle zone di rispetto delle stesse. La seconda giornata sarà invece caratterizzata da una escursione sui posti individuati che consentirà di focalizzare l’attenzione sulle peculiarità di fagliazione sia alla macro che alla meso scala, in affioramenti chiave presenti lungo la valle del fiume Irminio. “Il nostro – dice il presidente dell’Ageo Ragusa, Pietro Spadaro – è in primo luogo un appuntamento di aggiornamento professionale per i geologi che mira a fornire la conoscenza sulle tecniche votate all’individuazione di queste faglie sul terreno. Ci troviamo in una zona sismica. Ed è quindi indispensabile conoscere gli effetti di amplificazione sismica ai fini di una corretto uso del territorio con specifico riferimento all’edificabilità. Purtroppo, in alcuni comuni, i Prg sono carenti di informazioni proprio in tale direzione”. Il convegno ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, del Consorzio universitario ibleo, della Società geologica italiana-sezione Giovani, del Centro studi “Feliciano Rossitto”, della Provincia regionale di Ragusa, e dei Comuni di Ragusa, Modica, Ispica e Pozzallo.

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