Commissariamento Ragusa e Caltanissetta, Incardona: “Approvato un inciucio orrendo”

Il parlamentare di Grande Sud, Carmelo Incardona, interviene sull’approvazione del disegno di legge 860 del governo regionale (quello sulla abolizione delle provincie) che di fatto, dopo l’approvazione in aula, commissaria le provincie regionali di Ragusa e di Caltanissetta e rimanda al 31 dicembre di quest’anno l’approvazione di una legge organica di riforma delle stesse provincie.
Ma è su un punto specifico della legge che il deputato regionale lancia i suoi strali contro Pd, Pid, Pdl e Mpa: quello relativo all’eliminazione delle incompatibilità per l’elezione a sindaco di primari e medici convenzionati per i comuni fino a 28 mila abitanti. Il governo regionale cioè ha rimosso una causa ostativa all’esercizio dell’elettorato passivo, cioè i requisiti previsti per potersi candidare attraverso il voto a ricoprire cariche pubbliche, che invece, la legge nazionale contempla.
“E’ un inciucio orrendo – ha evidenziato – che ha visto d’accordo uno schieramento trasversale in cui alcuni soggetti politici hanno dato vita ad una battaglia di moralizzazione della politica, contenimento dei costi ed eliminazione di abusi che adesso, alla luce di quanto emerso a sala d’Ercole ieri sera, rappresenta la negazione stessa dell’etica politica e si configura come un paradossale controsenso”.
“Se da un lato la legge votata ieri – ha proseguito – si inquadra in una necessità di razionalizzazione dei costi della politica e di apertura ad una riforma organica, dall’altro lato non si può non evidenziare come essa stessa sia il prodotto di una volontà politica condivisa che non ravvede condizioni di incompatibilità per quelle figure chiave delle professioni sanitarie che la legislazione nazionale invece prevede”.
Incardona paventa il pericolo di un possibile duplice condizionamento: da una parte della politica su primari ospedalieri e medici che prestano servizio nelle varie Aziende sanitarie dell’isola e viceversa dall’altro. “Questo è un uso improprio delle leggi e del modo di interpretare la politica – ha evidenziato – e rappresenta l’esatto contrario di quella svolta moralizzatrice della classe politica isolana che l’opinione pubblica siciliana attende”.
“Questa legge è solo l’esempio non certo lungimirante di concepire la politica e il ruolo delle pubbliche istituzioni. – ha concluso – Tutta la classe politica adesso, rimandando la riforma definitiva degli organi delle provincie alla fine dell’anno, deve dare esempio verso una radicale riforma dei meccanismi democratici di rappresentanza politica”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa