Iacp Ragusa. Se ne occupa anche l’ex presidente Franco Muccio

“Leggo con piacere che le sigle sindacali vanno anche a favore dei precari”.  Franco Muccio, già presidente Iacp, interviene sulla questione per quanto riguarda i lavoratori dell’Istituto Autonomo Case Popolari, ritenendosi gratificato come ex amministratore. “Come osservatore – dice  –  mi preoccupa. Perché mi preoccupa. Mi preoccupa perché è proprio di questi giorni, o meglio di questi ultimi giorni il virulento attacco da parte del moralizzatore G. Calabrese nei confronti di alcuni precari. Mi aspettavo di leggere, ribadendo il fatto che sono stato, sono e sarò sempre dalla parte dei lavoratori, che Calabrese o qualcun altro si indignasse alla luce di quanto sta accadendo all’IACP. Infatti l’ immediata benedizione che hanno questi lavoratori da parte dei media e da parte della politica, cozza con la legge che mi permetto di ricordare per una buona lettura da parte dei cittadini”. Il dlgs 165/2001 all’art. 36 comma 2 recita “In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non puo’ comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilita’ e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative. Le amministrazioni hanno l’obbligo di recuperare le somme pagate a tale titolo nei confronti dei dirigenti responsabili, qualora la violazione sia dovuta a dolo o colpa grave.”  “Resta quindi da capire – agiunge – che cosa s’intende per pubblica amministrazione. Ci viene subito d’aiuto l’art. 1 comma 2 del Decreto succitato che recita “Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunita’ montane. e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale”.

Concludo: a Ragusa quello che la Legge vieta si può fare con il beneplacido dei moralizzatori e del sindacato (sarà un caso che gli interessati pare siano tutti di Modica, città del Segretario Provinciale della CGIL Avola?), invece i diritti palesemente acquisiti da parte di altri lavoratori vengono dagli stessi o sottaciuti o evidenziati come colpe”.


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