Aveva accoltellato un connazionale. Scicli, novanta mesi di carcere per albanese

Sette anni e mezzo di reclusione. E’ la pena comminata dal collegio penale del Tribunale di Modica(Antongiulio Maggiore, presidente, Elio Manenti e Francesco Chiavegatti, a latere)al trentenne albanese Zivani Bojar, bracciante agricolo, residente a Scicli, difeso dall’avvocato Francesco Riccotti. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto la condanna a otto anni. L’uomo era stato arrestato lo scorso anno dai carabinieri per il tentato omicidio di un connazionale nonostante questi, al Pronto Soccorso, avesse detto di essere caduto dal motorino. Una versione che non coincideva, però, con la ferita da arma da taglio che presentava al fianco. Bojar, difeso dall’avvocato Francesco Riccotti, avrebbe accoltellato per futili motivi il connazionale di 27 anni, l’otto febbraio del 2001. Nell’udienza conclusiva, i magistrati hanno escusso proprio l’imputato il quale ha ricondotto tutto ad un prestito di cinquanta euro che aveva fatto alla vittima. Quando chiese di riaverli, mentre erano insieme con altri connazionali, ci sarebbe stata l’aggressione. “Gli chiesi i soldi indietro – ha spiegato – perchè mi servivano per fare venire in Italia mia moglie, ma in risposta sono stato aggredito e colpito alla gamba con un palanchino di ferro. Mentre ero a terra ho afferrato la prima cosa che ho trovato, un coltello da cucina e per difendermi l’ho colpito”. Di diverso tenore era stato il racconto della controparte: “Ero andato a comprare le sigarette al Bar Marrakesh di Cava d’Aliga – ha spiegato -. Intorno alle 22,30 stavo tornando a piedi a casa. Per strada ho incontrato Bojar che mi ha dato del bastardo, mi ha afferrato per il collo e mi ha inflitto due coltellate al fianco, quindi sono fuggito”. La vittima si era recata a casa di amici che lo avevano accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Busacca dove ai medici aveva raccontato di essere caduto dal ciclomotore. I sanitari, ovviamente, non avevano creduto a questa versione e allora avevano chiamato i carabinieri. A questo punto il giovane ferito non aveva potuto più nascondere la verità. Gli era stata asportata, poi, la milza. Secondo quanto ha detto il ventisettenne, l’imputato era i ubriaco ma non ha saputo spiegare i motivi dell’aggressione. Il reato di tentato omicidio era stato derubricato in lesioni personali gravissime. Bojar resta rinchiuso in carcere.

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