GEOLOGIA: PREVENIRE GLI EVENTI SISMICI E’ POSSIBILE MA SUL FRONTE DELLA SENSIBILIZZAZIONE DEGLI ENTI C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE. E’ L’ALLARME LANCIATO QUESTA MATTINA A RAGUSA NEL CONVEGNO AGEO

Laddove nel tempo la sismicità fa registrare degli effetti, la stessa si ripete con una certa regolarità. Ecco perché il ruolo della prevenzione e della pianificazione è fondamentale nel cercare di sensibilizzare la convivenza con questi fenomeni. A maggior ragione in un territorio ad alto rischio come l’area iblea. E’ stato questo il messaggio più forte lanciato in mattinata dai tecnici e dai docenti universitari che hanno partecipato al primo convegno sul riconoscimento, la definizione e la valutazione del rischio relativo alle faglie e alle discontinuità tettoniche promosso dall’Associazione geologi liberi professionisti della provincia di Ragusa e che, nell’aula magna della facoltà di Agraria di Ibla, ha ospitato oltre 120 iscritti provenienti da ogni parte della Sicilia. Aperti dal presidente di Ageo, Pietro Spadaro, che non ha mancato di rimarcare le caratteristiche della sismicità dell’area iblea, tutto ciò strettamente correlato ai motivi che hanno spinto l’associazione a promuovere questa iniziativa, i lavori hanno subito concentrato la propria attenzione sulla crescita, lo sviluppo, l’evoluzione delle faglie e dei sistemi di faglie. E’ stato Enrico Tavarnelli, professore ordinario di Geologia strutturale, Dipartimento di Geologia dell’Università di Siena, ad illustrare cosa sta alla base del processo di fratturazione. “Tutto il plateau degli Iblei – ha detto – è interessato da fratturazioni associate ad attività sismica. Comprendendo la natura di questi processi, dovremmo potere comprendere le migliori strategie per mitigare il fenomeno dei terremoti in generale con cui, nell’area iblea, e siciliana in generale, si convive. Alla fine del Seicento, l’intera zona è stata rasa al suolo. Certamente, la tipologia del suddetto terremoto in epoca storica ci indica con chiarezza che il processo è tuttora attivo e presente. Le dinamiche che ci fanno convivere meglio con questa situazione riguardano la realizzazione ex novo di edifici con caratteristiche antisismiche ma, soprattutto, considerato che ci troviamo in una zona dall’elevato patrimonio architettonico, baciato anche dal riconoscimento Unesco, il consolidamento degli edifici esistenti”. Dopo i saluti portati dall’assessore Michele Tasca, a nome del Comune di Ragusa, Antonio Rovelli, dirigente di ricerca Ingv della sezione di Roma, ha affrontato la questione degli effetti di amplificazione sismica in zone di faglia. “La roccia – ha chiarito – degradata dall’azione dello sforzo tettonico, fa sì che si crei una zona di eterogeneità. L’amplificazione locale delle onde sismiche determina che, in occasione di terremoti, possano registrarsi livelli di propagazione più alta a livello locale. Sebbene si tratti di una questione che sta assumendo una certa importanza nel nostro campo, lo studio deve essere condotto ancora più a fondo. Ecco perché stiamo puntando a far sì che possa registrarsi una casistica molto estesa traendo da quest’ultima delle regole per capire qual è la giusta misura dell’investimento suppletivo, nell’attuare livelli di protezione, per non sprecare troppo ma anche per non spendere troppo poco al fine di non rischiare di non essere sufficientemente protetti”. Per il geologo Antonio Torrisi, funzionario direttivo del Dipartimento regionale di Protezione civile, che si è rifatto agli eventi etnei del 2002 (una serie di fenomeni sismici e vulcanici di ampia portata), è “fondamentale avere l’opportunità di analizzare i fenomeni in un determinato lasso di tempo. Nel caso in cui si registra una certa regolarità nel ripetersi degli stessi, è possibile pianificare, prevedere, anticipare in maniera opportuna i terremoti”. Il problema vero e proprio consiste nel fatto che ancora non c’è, anche tra gli enti locali, una cultura della prevenzione sviluppata ai massimi livelli. Così come non viene riconosciuta più di tanto la figura del geologo. A dolersene, in particolare, Ester Tigano, presidente della società geologica italiana-sezione Giovani, la quale ha sottolineato come “in molti, ancora oggi, non sanno che esiste questa figura fondamentale per le costruzioni, la libera professione e per molte delle branche che governano la vita di tutti i giorni”. Tra gli altri interventi quelli di Mario Dipasquale (dipartimento Scienza della Terra e del Mare, Università di Palermo), Rosario Occhipinti e Mauro Corrao (Ceratonia geophysics), Giuseppe Coco (Geocheck). Per la giornata di domani, invece, è prevista una escursione che consentirà di focalizzare l’attenzione sulle caratteristiche di fagliazione sia alla macro che alla meso scala, in affioramenti chiave presenti lungo la valle del fiume Irminio.

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