La questione del commissariamento alla Provincia ha messo in luce la disomogeneità delle posizioni assunte dai deputati regionali del Pd dell’area iblea. Tutto ciò è diretta conseguenza della inagibilità democratica che si registra in seno alla federazione provinciale del partito

“In merito al dibattito riguardante il commissariamento della provincia di Ragusa riteniamo di dover intervenire per sottolineare l’inutilità e la dannosità di alcune dichiarazioni rese da dirigenti del Pd ragusano”. Lo dicono i seguenti componenti della direzione provinciale del PD che, in proposito, hanno sottoscritto un documento: Giuseppe Calabrese, segretario cittadino Pd Ragusa; Giancarlo Poidomani, segretario cittadino Pd Modica; Alessandro Tumino, capogruppo Pd Consiglio comunale Ragusa; Gianni Lauretta, consigliere comunale Ragusa; Giancarla Lacognata, coordinamento donne Pd Ragusa; Alessandra Vicari, dirigente regionale Pd; Maria Criscione, dirigente regionale Pd; Nanni Frasca, dirigente regionale Pd; Riccardo Schininà, componente direzione; Eliana Cavalieri, componente direzione; Cristina Farruggia, componente direzione; Marco Moltisanti, componente direzione; Francesca Schembari, componente direzione; Angela Latina, componente direzione; Ezio Castrusini, vice segretario Pd Modica; Giovanni Spadaro, assessore Pd Modica; Giovanni Di Rosa, dirigente Pd Modica e componente direzione provinciale assieme ad altre decine di dirigenti di Ragusa e Modica. “La rilevata disomogeneità delle posizioni assunte dai deputati regionali del Pd della provincia di Ragusa – spiegano i sottoscrittori del documento – è diretta conseguenza della inagibilità politica e democratica della federazione ragusana. Non condividiamo gli attacchi sferrati contro Digiacomo. Tra la nomina di un commissario ad acta inviato da Lombardo e la proroga che lascerebbe la Provincia regionale nelle mani di un presidente e di 8 assessori più 18 consiglieri di centrodestra non sappiamo, sinceramente, quale sia l’ipotesi peggiore. Ad ogni modo, ci preme sottolineare che gli organi deputati a fissare l’indirizzo politico provinciale non vengono riuniti nonostante le ripetute richieste inoltrate da chi scrive e quindi nella federazione ragusana, in mancanza di un indirizzo unitario, ciascun dirigente è legittimato a prendere posizioni autonome e diversificate. In conseguenza di ciò chiediamo al segretario provinciale che, dopo due anni dalla sua elezione, inizi a gestire “l’ordinaria amministrazione” del partito convocando quantomeno i suoi organismi”. E la nota prosegue ancora: “Quale dovrebbe essere la posizione del Partito Democratico della provincia di Ragusa in merito al destino delle province? Noi non ci siamo mai nè confrontati nè espressi sul merito. È la direzione provinciale del partito che decide se il Pd deve essere per la proroga o per il commissariamento, caro segretario Zago. Su posizioni così importanti non può decidere nè il gruppo consiliare alla Provincia, nè il segretario con il suo esecutivo, nè i parlamentari singolarmente attraverso posizioni assunte in Consigli aperti. Decide l’organismo preposto statutariamente che Zago, ad oggi, non riesce a far funzionare. Basta ricordare che la direzione si è riunita 2 o 3 volte in 2 anni. Ancora una volta siamo arrivati in ritardo. Ad ogni modo, invitiamo tutti ad abbassare i toni, ad evitare attacchi intestini al partito, a mettere in moto politiche di crescita per le nuove classi dirigenti che vogliono impegnarsi, nella speranza che qualcuno comprenda che c’è un tempo per ogni cosa. Riteniamo che il nostro grande partito abbia bisogno di trovare alcuni soggetti che per la loro esperienza diventino padri nobili della politica, mettendo la loro esperienza al servizio della nuova classe dirigente che di certo ha bisogno del loro apporto in positivo e non delle loro critiche distruttive”.

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