Presunte “mazzette” a funzionario comunale. Pozzallo, sentiti gli investigatori

E’ iniziata l’escussione dei verbalizzanti nel processo all’ex capo di gabinetto del sindaco di Pozzallo, Giovanni Minardo, 65 anni, arrestato lo scorso 10 luglio per estorsione nei confronti dell’albergatore pozzallese Giovanni Manenti, costituito parte civile attraverso l’avvocato Tiziana Sapienza. Ieri il Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, Manenti, Chievegatti)ha sentito il sostituto commissario di polizia, Sammito, e il sottufficiale della guardia di finanza, Giannone, in forza all’organico della sezione di polizia giudiziaria della Procura. I due hanno spiegato le fasi che hanno portato all’operazione avvenuta di domenica pomeriggio, delle intercettazioni telefoniche tra lo stesso Minardo e Manenti. “Le intercettazioni – ha detto Carmelo Sammito – sono cominciate dopo che la parte offesa fu interrogato dal Procuratore. Durarono meno dei previsti quindici giorni”. L’altro teste ha detto di avere effettuato un appostamento il giorno convenuto per il pagamento dell’ipotetica tangente. “Ci appostammo con un mio collega – ha spiegato – nei pressi del bed&breakfast di Manenti poco prima delle 15. Dopo circa mezz’ora arrivò con una Ford il Minardo, vestito con bermuda e maglietta e borsello a tracolla, entrò nell’albergo e ne uscì dopo circa un quarto d’ora. Lo bloccammo con in mano una busta bianca contenente banconote”. Furono, poi, effettuate perquisizioni nell’ufficio dell’imputato in municipio, dove vennero sequestrati degli atti, e nell’abitazione e nell’auto, in questi casi con esito positivo. I soldi furono poi restituiti alla parte civile. Minardo è difeso dall’avvocato Enzo Galazzo. Giovanni Manenti sostiene di avere pagare le somme a Minardo per paura che il dirigente comunale gli creasse problemi per riscuotere le somme che doveva avere dal Comune di Pozzallo.

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