I tagli alla politica e delle Province. I politici continuano a guadagnare, il pubblico impiego paga

Si parla di tagli alla politica con l’abolizione delle Provincie, ma i nostri parlamentari regionali e nazionali continuano a ricevere stipendi d’oro, e il pubblico impiego paga in prima persona la crisi economica in cui purtroppo versa l’Italia.
Si accentra tutto a Palermo con proposte che ci lasciano annichiliti, quale quello di costituire liberi consorzi, che costano tre volte di più delle Provincie, e la democrazia diretta che abbiamo ottenuto con la Rivoluzione Francese non è assicurata: sarebbero i sindaci e ancora una volta i politici a decidere i Presidenti delle Provincie , declassate ad organismi di secondo grado. Ma si può accettare anche questo, oltre al Commissariamento della provincia Regionale di Ragusa che ancora una volta vede ingerenze sul nostro territorio: non ci si dica che i Commissari proposti sono della nostra provincia, ma espressione di chi? Le elezioni regionali del 2013 si avvicinano e il territorio è appetibile!
Siamo tutti molto preoccupati del caro-vita, della benzina alle stelle e sulla nostra testa altri decidono: non bastava la sanità, ora anche quell’istituzione che , seppur criticabile, assicurava un’ intermediazione verso quell’ente burocratico e farrigginoso, che è la Regione Siciliana.
Se ancora in questo paese si può parlare, bisogna che la gente sappia chi è per noi e chi è contro di noi, e si farebbe bene a guardare con lungimiranza le decisioni che passano sulle nostre teste, in quanto le piangiamo in prima persona.

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