Riforma art. 18. Iabichella(Confsal Ragusa): ”Datori di lavoro, da vittime a carnefici.”

Giorgio Iabichella, segretario provinciale della Confsal Ragusa parla dell’oramai famoso art. 18 e intende fornire alcuni chiarimenti alle richieste sempre piu’ assidue, specie negli ultimi giorni, di informazioni che ci giungono in segreteria, via e-mail e su face book riguardo alle modifiche che il Governo sta apportando all’art.18. Lungi da me l’idea di inserirmi nel dibattito nazionale- precisa il segretario provinciale delle tre federazioni sindacali più rappresentative della Confsal, Giorgio Iabichella – ritengo che oggi il sindacato debba ritornare a svolgere il proprio ruolo di sostegno ai lavoratori che, giustamente, hanno paura di questa riforma definita “disastrosa”.

Il Ddl sulla riforma del mercato del lavoro, stilato dal governo e approvato dal Consiglio dei ministri, interviene sostanzialmente su sei diverse aree. Dall’apprendistato alle modifiche all’articolo 18, dal fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori nei settori non coperti da cassa integrazione straordinaria al nuovo sistema degli ammortizzatori sociali Aspi.

La prima area riguarda la riforma dell’apprendistato, convertendolo nel ‘trampolino di lancio” verso la maturazione professionale dei lavoratori. E’ un punto sul quale tutte le parti coinvolte nella concertazione si sono trovate d’accordo. Viene infatti introdotto, tra gli altri, un meccanismo che collega l’assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale nell’ultimo triennio (50%);

Nella seconda area di intervento e’ interessante notare come il Governo si riferisce alla riforma definendola “ tutele del lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo”. “Ma a mio avviso – spiega – notiamo solamente tutele per il datore di lavoro, difatti si legge, sempre nella nota del Governo, : “Con la riforma si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti eventualmente avviati a fronte del licenziamento. A tal fine, si introduce una precisa delimitazione dell’entità dell’indennità risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna (ad esempio le sanzioni amministrative dovute a fronte del ritardato pagamento dei contributi sociali). Grazie a questi provvedimenti il costo sostenuto dal datore di lavoro in caso di vittoria del lavoratore è ‘svincolato’ dalla durata del procedimento e dalle inefficienze del sistema giudiziario. Negli altri casi, tra cui il licenziamento per motivi economici, il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità.” Alla faccia della tutela per i lavoratori !

La terza area riguarda il Fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori . E’ qui, forse, l’unica vera riforma a garanzia dei disoccupati, ovvero viene potenziato l’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie d’impiego attualmente escluse (ad esempio quella degli apprendisti).

La quarta area è quella della tutela dei lavoratori anziani.

La quinta area è quella dell’equità di genere(parità delle lavoratrici a quelle dei lavoratori maschi).

L’ultima area di intervento riguarda le politiche attive e i servizi per l’impiego.

La riforma dell’Art.18 concede, quindi, alla parte datoriale la garanzia di poter licenziare piu’ facilmente, ed al lavoratore quella di subire il licenziamento senza diritto di reintegra, se non in alcuni casi gravi.

Dove sta la tutela del lavoratore? E le aziende passano dallo status di vittime a quello di carnefici! Credo sia doveroso lottare contro la riforma con l’unico strumento che ancora oggi ci rimane, lo sciopero”.

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