Cos’è la Politica? Saverio Terranova replica a Carmelo Modica

E’ comparso un articolo di Carmelo Modica sul mensile “Dialogo” di febbraio 2012, in cui l’autore attacca Saverio Terranova con un titolo che sollecita alcune osservazioni: “Nino Avola e Saverio Terranova contro la politica”. Saverio Terranova ci ha chiesto cortesemente di potere rispondere attraverso il nostro giornale su alcuni punti del suo intervento. Per noi, nulla osta.

Il primo punto che devo sottolineare è il filo conduttore che il colonnello attribuisce al mio libro sulla Storia di Modica. Non è affatto la lotta tra me ed Avola: sarei troppo sprovveduto se pensassi che questa presunta rivalità interessi a qualcuno. Il filo conduttore è un altro e mi rendo conto che la colpa è solo mia se un lettore attento come Carmelo Modica non lo ha colto: è lo sforzo compiuto dalla classe politica modicana per risollevare la città, letteralmente devastata dal fascismo, per essere stata privata della sua posizione storica di capoluogo, dapprima della contea e poi della circoscrizione che oggi è la provincia di Ragusa. Difatti la narrazione comincia con la descrizione delle condizioni della città dal 1926 al 1945. Non a caso riferisco gli articoli di allora:”Modica, la città più povera d’Italia”, “Modica muore” etc, dopo il censimento del 1951.. D’altronde bastano alcuni fatti a dimostrare le condizioni miserabili in cui si trovava. Il primo é il gran numero di aggrottati. Il secondo sono gli spigolatori, autentica piaga nostrana. Il terzo è la costanza degli scioperi di braccianti, manovali e operai edili che segna tutto l’arco di tempo che va dal 1945 al 1961. Ho ricordato, fra gli altri, il fatto che durante l’amministrazione del sindaco Peppino Giannone, ogni giorno centinaia di operai disoccupati stazionavano nei corridoi del Municipio. Io non penso, né ho mai ritenuto, che la politica sia il verbo di Machiavelli: conquistare il potere, conservarlo, ampliarlo. Per me la politica è capire i problemi della polis, pensare le soluzioni migliori, e attuarle. Questo ho tentato di fare. Che poi ci sia riuscito, questo è doveroso lasciarlo alla valutazione degli altri. Tuttavia, per questa valutazione, mi permetto di ricordare alcune realizzazioni del governo DC, ovviamente non solo mie: scomparsa totale degli aggrottati con la costruzione di un grande numero di case popolari, costruzione di scuole e di impianti sportivi; costruzione del mercato ortofrutticolo e del mercato zootecnico; realizzazione di un agglomerato industriale e di una zona artigianale; fondazione di Marina di Modica; introduzione del turismo; scoperta e utilizzo dell’acqua di Cafeo; realizzazione della zona 167 con quasi dieci cooperative edilizie; realizzazione di un giardino pubblico in via Silla; creazione di un grande e moderno ospedale; il viadotto sulla Fiumara, quello di Modica Alta; la elettrificazione di tutto il territorio (l’ultimo progetto, di un miliardo di lire, ottenuti con mutuo dalla CDPP, relativo alla c.da Nobile-Gisira-Gisirotta, fu appaltato nel 1984); la copertura degli alvei dello Stretto, di via Tirella, di via Marchesa Tedeschi, e dell’alveo retrostante il Motel; la illuminazione della città, progettazione e finanziamento per £ 19 miliardi e settecento milioni per il nuovo Tribunale..
2. Il dott. Modica afferma che Guerrieri e il prof. Triberio erano in posizione opposta alla nostra. Non ho capito che cosa c’entri in questo discorso politico il prof. Triberio. Era una persona intelligentissima, profondo conoscitore della filosofia e pedagogia; inarrivabile docente; per il resto come politico non mi pare sia mai esistito. Non legava con la gente: basti pensare che, imposto da don Fallisi quale presidente delle ACLI nel 1956, l’anno appresso, con la votazione, fu battuto dal pittore Zaccaria, quello che aveva il negozio di colori in piazza Municipio presso il salone di Carlo Poidomani. Triberio era il braccio secolare di don Fallisi che aveva un solo programma: fare eleggere deputato il prof. Scivoletto, e Triberio si impegnò per questo. Ma non dentro la D.C. cui non fu mai iscritto e mai fece parte del direttivo. Con Guerrieri non ebbe alcun rapporto se non di critica; e Guerrieri non lo stimava: i leader della DC moderata, principali collaboratori di Guerrieri, erano Gaspare Basile, Nino Barone, Pietro Borrometi e Papé La Rosa. La mia rottura (politica) con Don Fallisi avvenne alla vigilia delle elezioni politiche del 1958, allorché lui e Triberio mi chiesero di batterci per evitare la elezione di Guerrieri, come erano riusciti a fare nel 1955 con Romano; e io rifiutai. Triberio fu consigliere della DC durante l’epica battaglia del 1964: doveva impedire il mio ritorno dentro il partito per lasciare via libera al Prof. Scivoletto, dato che Guerrieri aveva in un pubblico comizio designato me a succedergli: il gorgoglione di cui parla Raffaele Posdomani nel suo poemetto “La Modica liberata” è proprio lui. Triberio fu il leader del Comitato per l’acqua: con altri tre professori seguiva i manovratori dell’acqua per controllarli. Io invece sostenevo che la soluzione del problema idrico non era questa, ma fornire alla città un maggiore quantitativo di acqua, cosa che poi avvenne con l’acqua di Cafeo. E difatti in una seduta del Consiglio Comunale, lui mi mandò un foglietto in cui era disegnata una ballerina con attorno uomini in ginocchio, con la leggenda: “sei sempre la prima donna”; io gli risposi nello stesso foglietto: “e tu sei maximus in minimis e minimus in maximis”. Lui non replicò. Restando ai margini e isolato nella DC, nel 1975 si presentò con la lista del dott. Rizza che lo fece eleggere e lo indicò come vicesindaco, carica che tenne fino alla sua immatura scomparsa. Ma vicesindaci a Modica ce ne sono stati molti, da Arturo La Monica a Piero Biscari, da Angelo Implatini a Giovanni Rubera; da Saro Belluardo a Nino Sammito; e a Carmelo Carpentieri, che hanno lasciato tracce più importanti nella vita della città. Comunque: il pro. Triberio non era democristiano né amico di Guerrieri.
3. Un altro punto in cui il colonnello si sbaglia é nella valutazione del Direttivo del partito. La DC era un partito vero. Si votava, e il direttivo si riuniva continuamente per guidare l’azione politica della Giunta e del Consiglio. Ma, se c’erano tessere fasulle (non comunque di defunti), non c’erano voti fasulli: la gente partecipava alle assemblee del partito e alla elezione del Direttivo in massa, in maniera oggi impensabile; e la linea politica non era dettata solo dagli eletti nel Direttivo ma anche dai consiglieri comunali e provinciali che facevano parte di diritto del Direttivo ed erano più numerosi dei componenti. Quindi era il voto popolare, non solo i tesserati, a decidere la politica della città Non penso che sia preferibile le condizioni attuali ove un personaggio decide i candidati, gli eletti, gli assessori e la politica: ammesso che si faccia politica. La democrazia ha sempre dei limiti, ma quella, con tutti i suoi limiti. era vera democrazia. E ovviamente c’erano i contrasti. E le rivalità. Ma non è assolutamente vero che ci fu dentro la DC una “permanente e gigantesca lotta di potere”. Se ci fu una rivalità contro di me fu quella di un fantasma lontano, che agiva tramite interposte persone, alcune palesemente come Triberio, altre dietro le quinte; il fantasma si materializzava ogni cinque anni, dal 1968 al 1994 fu sempre candidato. Io rispondo dei miei atti: nel 1972 non volevo essere candidato, ma fui praticamente costretto; poi non mi sono voluto candidare più. Nel 1983, auspice Giummarra, fui candidato al Senato per una settimana; poi ho ritirato telegraficamente la candidatura. C’erano, è vero, dissensi e contrasti: Ma non è normale ove c’è democrazia? Guardiamo a quello che è successo a Palermo la settimana scorsa: il vincitore delle primarie è stato un candidato del PD non sostenuto da Bersani. Dove è lo scandalo? Nell’ipocrisia della stampa e dei dirigenti: le primarie ci sono per questo, vedere chi è il favorito della gente e a Palermo non era la signora Borsellino. Questa è la democrazia.
4. Una cosa che respingo decisamente è invece il rapporto che Carmelo Modica vuole tra la D.C. e la disastrosa gestione del Comune durante l’amministrazione guidata da Piero Torchi. Questa ha un padre naturale e legittimo: è l’alternativa, nata nel 1984 dal tradimento di sei dc, del partito socialista già alleato con la DC, con il contributo del partito comunista. Difatti a conclusione del quinquennio, che vide sette sindaci alternarsi alla guida della città in una legislatura, la DC all’opposizione si prese la rivincita: tornò all’amministrazione; ma si trovò di fronte il primo grande debito della città: 50 miliardi. La gestione clientelare e festaiola dell’alternativa creò uno stile a cui invano la DC, e poi l’amministrazione Ruta, si sono opposte. Tornati al potere gli eredi di quella esperienza, gli ex socialisti ormai transitati nell’UDC e in Forza Italia, si tornò allo stesso stile di governo: superficialità e improvvisazione, clientelismo e sperpero. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: la fontana (?) dello Stretto e il Comune pieno di lavoratori socialmente utili, di società controllate e di debiti. Con questa gestione la DC non c’entra! L’unico di questa classe politica che ha fatto qualcosa per la città è l’on. Drago che con le vie di fuga ha realizzato strade veramente importanti e utili. Il resto è solo clientelismo e sperpero.
5. Un altro punto non riesco a capire: il tentativo di attribuire ai politici dc pratiche di tangenti. Mai alcun personaggio della DC ha potuto essere accusato di questo. Nel 1994 ci provarono due procuratori: uno era un certo Giorgianni di Messina: l’accusa era legata al fatto che avevamo assegnato due appalti alla ditta Mollica; per la precisione, uno dalla giunta Dc, l’altro, il Corso, dalla sinistra. Era la stagione in cui i procuratori alla Di Pietro venivano eletti deputati e ministri. Giorgianni, eletto senatore, fu nominato sottosegretario. Poi, costretto alle dimissioni, fu anche cacciato dalla magistratura.. La pratica passò alla Procura di Reggio Calabria; che cancellò l’accusa agli amministratori di Modica senza neppure ascoltarci. Ed era giusto: i Mollica a Modica avevano lavorato bene, senza revisione prezzi, senza perizie di variante e suppletiva, avevano realizzato e completato entro i termini i lavori della zona artigianale e del corso Umberto. L’altro, qualche anno dopo, fu il dott. Bua: l’accusa era di avere favorito la ditta Generali nel lavoro della costruzione del nuovo tribunale. Il dibattito evidenziò che il sindaco del tempo, non solo non aveva favorito, ma era stato ingiusto e caino con l’impresa, la quale poi ricorse al Tribunale e ottenne un lauto indennizzo. Per quanto riguarda tangenti, ci furono dicerie per personaggi minori, ma non furono mai dimostrate. Accuse generiche di questo tipo vengono rivolte da che mondo è mondo a chi detiene il potere. In tempi recenti furono rivolte dapprima alla DC: erano i forchettoni; poi al PSI, “Si scrive leader e si legge lader” era l’accusa di Guareschi a Mancini, segretario del PSI. A Modica, nel poemetto di Raffaele Poidomani “La Modica liberata” che descrive la lotta fra la DC ufficiale e la mia lista nel 1964, l’autore apostrofa così i dc: “poveri pastaioli prezzolati”; e non i miei sostenitori; perché? Perché in quel momento quelli erano gli avversari da colpire: io credo che simili accuse si debbano fare sempre con fatti precisi e nomi e cognomi.:.
Che dire della concussione sessuale? Confesso che non me ne intendo.
5. Non riesco poi a vedere il nesso della politica dc con quella attuale e col berlusconismo. Credo che la zattera che ha accolto democristiani, socialisti, comunisti, liberali, monarchici e fascisti, dopo la distruzione dei partiti ad opera di Di Pietro e Borrelli, non abbia nulla a che vedere con quel grande partito che fu la Democrazia Cristiana. Se in ultimo ebbe Andreotti e Cirino Pomicino, Martinazzoli e Rosy Bindi, la DC è soprattutto il partito di De Gasperi, Dossetti, Fanfani, La Pira, Vanoni, Mattei e Moro, di quelli che hanno fatto dell’Italia un paese ricco e libero, hanno fondato l’Europa e, fino al governo Craxi, hanno pure tenuto in ordine i conti pubblici pur realizzando opere e iniziative che ne hanno fatto un paese moderno. E non si sono arricchiti! Con la deriva berlusconiana la DC, quella vera, non c’entra nulla. Neanche a Modica. Il colonnello è rimasto impressionato dal fatto che io ho riferito degli assegni che volavano alla Pergola nel 1959. Ma non crede egli, che, senza essere uno storico di mestiere, è un uomo colto che legge molto e sa capire gli avvenimenti, che certe pratiche sono legate all’esercizio del potere? Secondo la real politik di Machiavelli il potere si conquista con qualunque mezzo. Chi come obiettivo ha il potere e possiede denaro se ne serve per conquistarlo. Chi non lo ha ne subisce il peso schiacciante. E questo da che mondo è mondo: presso i Greci, i Romani, a maggior ragione gli imperi orientali. Io ne so qualcosa: in una elezione soprattutto l’ultima e più recente. E oggi, da Arcore a Modica, non è il denaro che decide politica e politici? Ma non è il denaro o l’assenza di esso che caratterizza il politico. Egli è come l’albero del Vangelo: si riconosce dai frutti. Non si è accorto il colonnello che ci sono politici a Modica che hanno attraversato la storia di questa città senza piantare un chiodo, dico, un solo chiodo per le strade di essa? E’ questo il politico che egli vuole? Ma la DC è stata ben altro!
6. Per quanto riguarda la mia parola, cui sembra che Carmelo Modica tenga in modo particolare, sappia che il gruppo dei moderati poi non presentò il suo candidato. Secondo Giovanni Di Raimondo perché scoraggiati dal mio rifiuto; io ritengo perché convinti da Giummarra. Non mi pare di avere mancato alla parola data, considerato che Avola restò il solo candidato di Modica.
7. Per finire, la qualità politica della classe dirigente della DC si vede dalle idee che la guidarono e che infuse nella cittadinanza e dalle lotte che intraprese per il suo sviluppo prima ancora che dalle opere che essa realizzò. Da Guerrieri che ci insegnò il senso dello Stato e della legalità a Nino Avola che difese i lavoratori, e, forse, anche a me, che ho voluto fortemente il progresso economico di Modica e anche della provincia. Il porto di Pozzallo, l’agglomerato industriale; il Consorzio per l’autostrada Siracusa-Gela; il cementificio dell’AZASI, la FAS, la diga sull’Irminio sono tutte medaglie sul petto di questa DC.. A cui debbo aggiungere per la verità storica i meriti di Virgilio Failla e dei suoi collaboratori che per Modica e per la classe lavoratrice si spesero fino all’esaurimento. C’è stato a Modica, dopo di noi, un convegno di sviluppo economico? Allora erano costanti!.
Per finire una nota personale. Sono furbo o ingenuo? Nino Avola, che furbo lo era veramente, mi diceva sempre: Sei un grande ingenuo. Ma pensa il dr Modica che quando scatenai la lotta con Ragusa per realizzare a Modica un agglomerato industriale, e mi misi contro la DC provinciale, non sapevo che me l’avrebbero fatta pagare? Era da furbi mollare Il mio paese per avere la benedizione di Giummarra e Spadola sulla mia carriera politica? Ma la furbizia è come il coraggio di don Abbondio: se uno non ce l’ha non se lo può dare. Come l’intelligenza. Resto comunque del parere che la politica è opera dell’intelligenza, e non della furbizia.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa