L’intimidazione al giornalista Saro Cannizzaro. Al via il processo. Assì non si lascia interrogare

Via al processo per l’incendio alla casa del giornalista Saro Cannizzaro. Uno degli imputati, il pluripregiudicato Giorgio Benzi, 25 anni, modicano, allo stato detenuto nel carcere di Piazza Gesù, ha scelto il giudizio abbreviato per cui la sua posizione è stata stralciata dal fascicolo originario che lo vede accusato di incendio doloso in concorso, e sarà trattata dal Gip il prossimo 14 giugno(la procedura è stata scelta dall’avvocato Simone Venuti). Per l’altro imputato, Carlo Assì, 60 anni, anche lui di Modica, difeso dall’avvocato Salvatore Poidomani, ieri si è aperto il processo davanti al giudice monocratico del Tribunale, Antongiulio Maggiore. Riguarda, per l’appunto, l’atto intimidatorio consumato la notte tra il 14 e il 15 settembre scorso nei confronti di Saro Cannizzaro, il collaboratore del Giornale di Sicilia, al quale fu incendiato il portone della sua abitazione, nel centro storico della città. Cannizzaro ieri si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Fabio Borrometi, ed ha annunciato di volere devolvere l’eventuale risarcimento dei danni in favore dell’Associazione L’Arca, che si occupa di giovani disagiati. Il magistrato ha escusso proprio la parte offesa che ha raccontato i momenti concitati dell’episodio, delle fiamme che avevano attaccato l’interno dell’abitazione perchè Benzi e Assì avevano fatto filtrare la benzina sotto il portone. Sul posto intervennero i vigili del fuoco e gli agenti del Commissariato che dopo circa un’ora arrestarono i due pregiudicati che, intorno alle 4 del mattino, furono trovati insieme nella casa di Benzi, dove fu rinvenuto il contenitore del liquido infiammabile mentre poi, nella casa di Assì fu trovato la rimanenza della benzina. Ha anche raccontato dei ripetuti aiuti, sia in termini economici che sotto l’aspetto alimentare, che aveva dato al Benzi, suo vicino di casa, ogniqualvolta il pregiudicato ne faceva richiesta(senza, però alcuna forma di minaccia). Sono stati sentiti anche due sottufficiali del Commissariato, Sigona e Azzaro, ma restano da interrogare i due agenti che, di fatto, arrestarono i due. Carlo Assì, che si trova agli arresti domiciliari, è stato presente in aula ma ha rinunciato all’interrogatorio, chiesto dal pubblico ministero, Diana Iemmolo, e dall’avvocato Borrometi. Il giudice ha riconvocato le parti per il prossimo 16 aprile.

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