Il Comune di Ragusa rimuove il divieto relativo all’apertura di nuovi pubblici esercizi a Ibla Ascom e Cna non ci stanno: “Scelta grave e pericolosa”

L’entrata in vigore del decreto legislativo 26-3-10, n. 59, relativo all’attuazione della direttiva servizi nel mercato interno (c.d. decreto Bolkestein) ha prodotto una semplificazione normativa e delle pratiche amministrative, in particolare delle procedure e delle formalità relative all’accesso e allo svolgimento delle attività economiche in generale. E’ stata facilitata, insomma, la libertà di potere svolgere qualsiasi tipo di attività economica (commercio, artigianato, servizi) il cui impedimento sarebbe giustificato esclusivamente da motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza, sanità pubblica, tutela dell’ambiente.
Riguardo all’apertura di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, la normativa, pur disponendo la liberalizzazione dell’attività, riconosce ai Comuni la facoltà di tutelare particolari zone del territorio prevedendo divieti o limitazioni all’apertura di nuovi esercizi nei casi in cui ragioni non risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendono impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico in quelle stesse zone.
“Con ammirevole tempestività – scrivono l’Ascom sezionale di Ragusa e la Cna territoriale di Ragusa – il Comune di Ragusa, dopo un’attenta valutazione, avvertendo la necessità non più procrastinabile di garantire la sostenibilità ambientale nel quartiere di Ibla e nella frazione di Marina, dopo i danni provocati da un eccessivo rilascio di autorizzazioni all’apertura di bar e ristoranti, aveva disposto, con determina sindacale n. 248 del 2 ottobre 2010, di non consentire il rilascio di ulteriore autorizzazioni nelle predette zone. A distanza di un anno e mezzo da quel provvedimento, l’assessore Migliore, con inaspettata solerzia, ha ritenuto di volere rimodulare la determina sindacale in questione perché, a suo dire, a Ibla sono venute meno le ragioni che avrebbero creato pregiudizio alla sostenibilità ambientale, ivi compresa la tutela dell’ordine pubblico e del controllo del consumo degli alcolici, mentre a Marina di Ragusa, pur esistendo ragioni di sostenibilità ambientale, intenderebbe allargare l’area in cui sarebbe consentita l’apertura di nuovi pubblici esercizi. Noi riteniamo che, a differenza di Marina di Ragusa, il volere consentire l’apertura di nuovi bar e ristoranti a Ibla, è una scelta grave e pericolosa, specialmente per le ragioni addotte dall’assessore Migliore che appaiono ingiustificate. Infatti non si comprendono le scelte dell’Amministrazione comunale che se da un lato è propensa a consentire nuove aperture di bar e ristoranti a Ibla e a Marina di Ragusa, dall’altro, proprio in quelle zone, è altrettanto propensa ad emanare provvedimenti di limitazione dell’orario di apertura degli esercizi allo scopo di evitare l’inquinamento acustico, di garantire la quiete pubblica e l’ordine pubblico, soprattutto in estate. Si chiede che l’assessore riveda il proprio intendimento, mantenendo ancora in vigore il divieto di nuove aperture di pubblici esercizi in particolare a Ibla”.

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