Pozzallo. Processo in appello dopo dieci anni, ma c’è un intoppo

Dopo oltre dieci anni approda in Appello il processo a carico dei legali rappresentanti dell’Istituto di Vigilanza “La Torre” di Pozzallo. Nonostante i dieci anni dai provvedimenti restrittivi applicati dalla magistratura modicana, davanti ai giudici etnei c’è un nuovo intoppo. Difetto di notifica. Si va al prossimo 18 giugno. Tutti da riconvocare, insomma. La lentezza burocratica è contenuta in questa vicenda che, chiaramente, fa arrabbiare i quattro che si erano costituiti all’epoca parti civili(in primo grado avevano ottenuto una provvisionale di duemila euro ciascuno nel 2007. “Noi – lamenta Giorgio Gurrieri – non otterremo più nulla poiché all’epoca l’imputato possedeva oltre quattro miliardi di lire, fra immobili e contanti, adesso non possiede nulla,e che quindi non potremo recuperare niente. Questa è la realtà italiana. Mi sono convinto che non bisogna mai denunciare chi ha tanti soldi”. Il gruppo degli ex dipendenti della società di vigilanza si era costituito in cooperativa. In dieci avevano formato l’Iblea Security. Il primo dicembre del 2007 il giudice unico del Tribunale di Modica aveva inflitto tre anni e otto mesi di reclusione all’imprenditore pozzallese G.P., che era stato accusato di violenza privata continuata in danno dei quattordici vigilantes alle proprie dipendenze. Le indagini furono condotte dai carabinieri e sfociarono in un provvedimento restrittivo. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fatto firmare fogli in bianco alle guardie giurate in modo da far intendere il loro licenziamento per dimissioni volontarie, con tutti i benefici del caso per il datore di lavoro.

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