Poesia dialettale siciliana al Caffè Letterario Quasimodo di Modica

La poesia della Sicilia orientale incontra la poesia della fascia occidentale in una serata indimenticabile, ricca di emozioni e suggestioni. Un vero “festival della poesia dialettale” al caffè letterario “Quasimodo” di Modica sabato 14 aprile che ha visto protagonisti cinque poeti della provincia di Trapani per un incontro organizzato da Franca Cavallo. Ad accoglierli, a nome di tutta l’amministrazione, l’assessore alla Cultura Annamaria Sammito che, nel dare loro il benvenuto, ha aperto la settimana della cultura a Modica ricca, come ormai l’assessore ha abituato i suoi concittadini, di avvenimenti e di incontri. Nino Barone, Giuseppe Gerbino, Lina La Mattina, Marco Scalabrino e Giuseppe Vultaggio i protagonisti insieme alle loro produzioni poetiche. Ad accompagnare le poesie il gruppo Muorika mia guidato dal Maestro Gianluca Abbate. Ricco di interventi, l’incontro è stato un alternarsi, mai stancante di poesia e musica, dedicando un breve ma significativo spazio, al pensiero di ogni singolo poeta nelle interviste del presidente del circolo dei poeti di Modica Domenico Pisana. Cinque poeti, dunque, che nella loro diversità hanno svelato il personale travaglio nel guardare alla vita: Nino Barone di Trapani: ‘u pueta dî Misteri. Al centro della sua poesia la famiglia, i sacri valori della fede, dell’amicizia, il rispetto e la reciprocità dei sentimenti, la devozione per i Santi misteri e la Provvidenza Divina. Lina La Mattina, di Palermo, «matri e pueta ca significa milli voti matri» così la definisce Ignazio Buttitta. Ha partecipato ad eventi di spessore culturale come quello organizzato in occasione del 19° anniversario della strage di Via D’Amelio, e la cui opera è stata anche presentata da Leoluca Orlando in varie manifestazioni culturali. Marco Scalabrino di Trapani, poeta e saggista tradotto in varie lingue che è stato componente della equipe regionale del progetto L.I.R.e.S. promosso dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, per lo studio del Dialetto Siciliano nella Scuola. Giuseppe Vultaggio di Erice, si dedica da sempre, all’arte della poesia, scritta secondo le forme e i metri classici. E’ considerato esponente di spicco e tra i più rappresentativi nel panorama letterario siciliano. Giuseppe Gerbino, il più giovane dei cinque, si è già ritagliato uno spazio importante nel panorama poetico trapanese, e non solo. Molte sue poesie denotano un intenso lirismo richiamando il sentimento, celebrando l’amore per gli affetti più cari e descrivendo il paesaggio e la natura. “Pur nella diversità di scrittura e di espressione lirica – ha concluso Domenico Pisana – si avverte che nelle poesie di questi autori abita dentro un ‘nous meditativo’ e problematico che sa aprire orizzonti di riflessioni sicuramente intuitive di un sentire comune della nostra gente di Sicilia. C’è da apprezzare certamente il piglio semantico e le dinamiche strutturali che attraversano la versificazione, sempre condotta sul filo di un pathos emotivo ed interiore attento a centrare la sostanza di una esistenzialità siciliana complessa e alla ricerca di una relazionalità positiva”.

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