Pedopornografia su internet. Assolto quarantenne comisano

Nel giugno del 2008 era rimasto coinvolto in una maxi operazione contro la pedopornografia, che ha preso le mosse da una segnalazione anonima che rivelava la divulgazione sul web di materiale pedopornografico; l’attività investigativa è stata compiuta dalla Polizia Giudiziaria di Trento,. A distanza di quasi 4 anni dall’inchiesta – coordinata in loco dalla Procura della Repubblica di Ragusa – su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, l’imputato è stato assolto. Si tratta di un quarantenne comisano D.Z., difeso di fiducia dall’avvocato Sabina Scollo, accusato del reato previsto dal terzo comma dell’articolo 600 ter del Codice penale che punisce «Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 2.582 ad euro 51.645. La sentenza è stata emessa dal Tribunale collegiale (presidente Andrea Reale, a latere Rosanna Scollo ed Eleonora Schininà) che ha tenuto in debita considerazione le indagini difensive condotte dall’avvocato Sabina Scollo, che hanno perfino convinto il Pm Monica Monego, a chiedere l’assoluzione per mancanza di prove di colpevolezza. È passata, insomma, la tesi del difensore secondo cui quel “file” era stato scaricato sul computer dell’imputato involontariamente giacchè, quest’ultimo – privo di password di accesso – era nella disponibilità di svariate persone, era sempre acceso e attraverso uno dei tanti motori di ricerca, in questo caso “Emule”. Il quarantenne è stato condannato, solo per il reato meno grave, ad 8 mesi di reclusione e 2.000 euro di multa – la detenzione – , con la sospensione condizionale, per il secondo capo di imputazione previsto dall’articolo 600-quater che punisce chi consapevolmente si procura o dispone di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale dei minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore ad euro 1560. Il Pm Monego aveva chiesto la condanna dell’uomo alla pena di 8 mesi di reclusione e 1.500 euro di multa mentre l’avvocato Sabina Scollo ha chiesto l’assoluzione per entrambi i capi di imputazione, annunciando fin d’ora che sarà opportunatamente valutata l’ipotesi di presentare appello avanti a Corte d’Appello di Catania.
Ma cos’è Emule? È un programma che consente la condivisione di files informatici tra computer collegati tra la loro mediante la rete internet, e la cui caratteristica è l’automaticità dello stesso di porre in condivisione i files durante l’operazione di download.

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