LE DIATRIBE IN POLITICHESE CHE MOSTRANO TUTTI I LIMITI DEI POLITICI NEL REALIZZARE IL BENE COMUNE. La riflessione di Ballarò

Ormai da mesi, con sfumature diverse, con argomentazioni più o meno condivisibili, il tema predominante sui blog provinciali è quello della soppressione del tribunale di Modica.
Penso che nessun cittadino modicano, nessun politico con senso di appartenenza a questa città, a prescindere che sia schierato in un partito o in un altro, speri che si realizzi la soppressione del tribunale a Modica.
C’è tuttavia da considerare che a prevalere nelle scelte dei Governi, motivate con l’esigenza di economizzare sui costi generali delle strutture statali, non siano prese in minima considerazione aspetti particolari che sfuggono sempre, più o meno volutamente al legislatore, soprattutto quando si tratta di questioni che riguardano il sud del Paese, ma soluzioni generalizzate che spesso confliggono in sede applicativa con alcune realtà per le quali andrebbero fatti opportuni distinguo.
La cosa curiosa è che i politici, i soggetti istituzionali, neanche di fronte a questioni che imporrebbero il massimo della sinergia, riescono ad assumere un atteggiamento univoco che sicuramente potrebbe ambire a risultati migliori.
Di fronte ad una questione come quella del tribunale, tutte le forze politiche, le istituzioni del sud est siciliano, avrebbero dovuto far quadrato e proporre unitariamente una revisione della norma che appare già scontata nel suo esito negativo.Ed invece, si continua a litigare come cani e gatti, facendo solo il gioco di chi ha deciso la soluzione peggiore per noi tutti ed indignando i cittadini, che impotenti, sono costretti ad assistere a questo squallido teatrino nel quale i protagonisti discutono persino sull’opportunità di successi parziali.
Se un avvocato riesce in sede di giudizio a far cadere l’accusa di omicidio volontario premeditato in preterintenzionale al proprio assistito, credo che pur non evitandogli la carcerazione, abbia contribuito a sottrarlo alla pena all’ergastolo, motivo per cui si sentirà legittimato a parlare di successo professionale. Lo stesso credo valga per ogni altra situazione, ovvero il risultato d’una vertenza va sempre commisurato alla complessità del tema.
Quindi, credo che piuttosto di vedere smantellare del tutto un presidio di legalità, come extrema ratio si possa considerare un risultato, l’eventuale ridefinizione delle competenze del tribunale. Anche qui si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Talvolta, per chi ha responsabilità pubbliche, sarebbe necessaria quella dissociazione dagli schemi di appartenenza partitica per privilegiare il bene della collettività, dando spazio a quella saggezza che un rappresentante del popolo dovrebbe sempre dimostrare ed a quella obiettività nel riconoscere che qualche volta, i nostri avversari politici potrebbero aver individuato soluzioni più corrette rispetto alle nostre.
Utopia ? E’ assai probabile, ma continuare a sperare in una politica più virtuosa è obbligatorio se si vuole evitare la deriva definitiva della democrazia in questo Paese.

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