Dai martiri una speranza per il nostro Sud. La Casa don Puglisi di Modica incontra i segni di speranza sorti in Campania nel nome di don Peppe Diana

Dal 22 al 25 aprile la Casa don Puglisi è stata in Campania nelle “terre di don Diana”, l’espressione cara ai tanti giovani che nel nome del giovane prete ucciso dalla camorra hanno avviato iniziative sociali per contrastare l’idea che quelle siano terre “padronali” della camorra. Si rimane colpiti dalla enormità dei problemi, che vanno dalla devastazione della terra con i rifiuti tossici alle guerre di clan che uccidono tantissimi giovani ma, soprattutto, dal coraggio di chi reagisce. Per la Casa era anche la sosta di primavera, la sua annuale gita, per cui si sono pure visitate Napoli e Caserta, ma per tutti – comprese le mamme e i bambini – ciò che ha più commosso è stato ascoltare come nel nome di don Diana i beni confiscati alla camorra siano rifioriti in una fattoria didattica, in varie comunità per malati mentali (peraltro con sperimentazioni di eccellenza), nella “nuova cucina organizzata” (nome dato provocatoriamente al ristorante visto che c’è la “nuova camorra organizzata”), nella coltivazione di prodotti biologici che sono offerti con l’idea di contrapporre al “pacco della camorra” il fatto che noi “facciamo un pacco alla camorra” attraverso economia sana e pulita. Il momento più commovente è stato il pellegrinaggio sulla tomba di don Diana, avvenuta in coincidenza con la visita del ministro Cancellieri e con la possibilità di incontrare la sorella di don Peppe, che a nome dei familiari ha ringraziato per questi legami nel segno del bene. A Napoli poi la Casa ha incontrato uno dei suoi volontari che, diventato frate minore rinnovato, opera nella zona difficile di Scampia con un impegno di evangelizzazione tra spacciatori e tossicodipendenti. Con la Casa c’erano anche don Corrado Lorefice, vicario episcopale per il clero, e alcuni dei responsabili della Caritas diocesana, a dire la valenza forte che si voluto dare a quest’esperienza di gioia, di fraternità, di relazione con segni di speranza con cui si vuole riscattare il nostro Sud. Presto la visita sarà ricambiata: saranno così potenziati rapporti con cui si testimonia un’Italia diversa e, per i credenti, un anticipo della pace messianica inaugurata dalla morte e resurrezione del Signore.

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