RAGUSA: CRITICITÀ ALIMENTARI DELLA POPOLAZIONE

La Città di Ragusa risente ormai, come altre zone del territorio nazionale, di una profonda crisi economica, crisi che si manifesta principalmente con la mancanza di lavoro ed assume carattere di criticità particolarmente nei giovani nuclei familiari.
E’ proprio di questi giorni l’ultimo episodio che ha visto un cittadino occupare il Palazzo Municipale da tre giorni per rendere visibile ed eclatante la propria richiesta di lavoro.
Per rappresentare questa situazione di estremo disagio sociale il Sindaco Nello Dipasquale ha deciso di inviare una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore Regionale agli EE.LL. ed ai Partiti politici che sostengono i Governi Nazionale e Regionale
“Il disagio sociale – scrive nella sua nota il primo cittadino – si manifesta ormai, vista la constatata mancanza di lavoro, principalmente nella richiesta di beni di consumo necessari per la sopravvivenza. Il Comune ha deciso in questa fase di privilegiare fortemente proprio il bisogno alimentare e per questo oltre ai consueti canali dei servizi sociali ne ha attivato ulteriori mediante una convenzione con una associazione locale di carità (S. Vincenzo de’ Paoli) alla quale vengono istradate le richieste più pressanti. Il sottoscritto inoltre ha destinato, dopo avere eliminato tutte le voci di bilancio appena non indispensabili, una quota della propria indennità di carica mensile ad altra associazione, la Caritas diocesana, sempre per le finalità di assistenza alimentare. Il Comune continuerà, fino a quando ne avrà la possibilità, ad erogare il minimo indispensabile ai 313 nuclei familiari con figli senza reddito o con reddito inferiore al minimo vitale, ai 156 nuclei con redditi appena superiori ai minimi vitali, ai 312 nuclei familiari monoparentali.
La sensazione tuttavia, che non sfugge a chi come Sindaco si trova in prima linea di fronte al bisogno delle famiglie in termini di sopravvivenza, è quella di grande solitudine, di un soldato in trincea senza munizioni. Un silenzio assordante proviene infatti dal livello delle istituzioni sia nazionali che regionali, centri che sembra abbiano accettato in maniera rassegnata uno stato di cose che sempre più spesso sfocia prima nella disperazione e poi in gesti autolesionistici. Un Sindaco non può adottare questa tecnica perché guarda negli occhi ogni giorno la disperazione che deriva dalla indigenza ai limiti della sopravvivenza alimentare.
Questo mi ha indotto in passato – rimarca nella nota inviata il primo cittadino – a richiedere misure urgenti utili nella direzione del lavoro, compresa la istituzione di cantieri-scuola di lavoro regionali che seppure non rappresentano l’ideale, tuttavia consentono un briciolo di dignità a chi li pratica. Per questo ancora una volta, al di là del comprensibile sfogo, chiedo che ci si occupi di questo, di una popolazione che sogna un lavoro ma che contingenze delle quali non è responsabile dal lavoro lo tengono lontano. Lo chiedo ad un sistema che ha illuso su un benessere di plastica che oggi rivela tutta la propria tragica fragilità”.

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