L’EUROPA CAPACE DI CONCRETIZZARE IL CAMBIAMENTO, L’ITALIA CONFERMA, SIA PURE A LIVELLO LOCALE, L’INCAPACITA’ DI DETERMINARE SVOLTE DECISIVE. La riflessione di Ballarò

In questi giorni, in Europa si sono svolte consultazioni elettorali in Grecia ed in Francia ed in entrambi i casi, i cittadini hanno dimostrato di saper cambiare con il proprio voto il domani del loro Paese.
In Grecia, al momento non vi è una situazione chiara, ma va rilevato che alcuni partiti hanno registrato un calo di consenso pari al 30%, una vera rivoluzione per un partito passare dal 43% delle precedenti consultazioni al 13 % di oggi.
In Francia, seppure con una maggioranza risicata del 52%, i cittadini transalpini hanno condannato l’asse europeista tedesco-francese per dare fiducia ad un uomo che non riconosce nel solo rigore la possibilità di uscire dalla crisi, ma bisogna pianificare progetti di crescita della produttività.
Questi due Paesi hanno risolto i loro problemi con questi significativi cambiamenti di guida politica ? Presto per dirlo, poiché tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, tuttavia è estremamente importante registrare che un popolo con l’unico strumento democratico in loro mani, riescano a dimostrare che politiche non condivise dal popolo vadano condannate e messe da parte.
In Italia, in diversi importanti Comuni si sono svolte le amministrative ed il dato che emerge è quello di una minore partecipazione al voto che si dovrebbe attestare attorno al 6%-7% che è assolutamente insufficiente per dimostrare agli uomini politici che il popolo non condivide gran parte dell’operato dell’attuale classe politica. Ritorneranno infatti ai loro posti di comando tutti quegli uomini che da tempo critichiamo, ma che paradossalmente, al momento in cui potremmo farli uscire di scena, li riconfermiamo.
Cosa ci differenzia da altri cittadini? Probabilmente un senso di rassegnazione che certamente non ci aiuterà a tentare la via del cambiamento.
Se dovessimo continuare su questa strada, si abbia almeno il buonsenso di non piagnucolare sui misfatti della politica, perché chi è causa del suo male, è giusto che pianga se stesso.

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