Giunge alla tredicesima edizione BIMBIMBICI, per coniugare ancora una volta salute, mobilità e sicurezza per i bambini. Promossa dalla FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, l’unico organismo cicloambientalista riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, quest’anno sfora il muro delle 250 città partecipanti, segno che anche nel nostro Paese è stato definitivamente accolto il messaggio di uno stile di vita che mette insieme alimentazione, movimento e autonomia a favore dei bambini.
Una città dove si è costretti a trattare i bambini come pacchi postali, caricandoli e scaricandoli qui e là dalle auto, dove i genitori – soprattutto la madre, lo sappiamo – sono gli stressati corrieri, una città programmata per essere suddita del trasporto non solo motorizzato, ma peggio ancora individuale (le auto viaggiano spessissimo con il solo conducente), è una città dove si vive male e dove inesorabilmente la vita si accorcia per lo stress e l’inquinamento da rumori, vibrazioni e polveri sottili.
La bici ha un enorme potenziale. Nell’Unione Europa una gran parte dei percorsi in auto sono brevi: 50% sono addirittura inferiori a 5 km.
Se solo il 30% di quelli al di sotto dei 6 km fosse sostituito dalla bici, questo porterebbe ad una diminuzione del 4% di CO2! E’ un percorso obbligato, dato che l’Unione Europea ha preso nel 2007 l’impegno di ridurre le emissioni di almeno il 20% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 1990).
Questa è la grande “scoperta” del secolo che non si vuole si sappia, giusto per non darsi la fatica di cambiare le fallimentari politiche dei trasporti che contraddistinguono la maggioranza delle città italiane. I bambini, intanto, diventano sempre più obesi e candidati alle malattie invalidanti da adulti, e i siciliani insieme ai campani hanno già superato ogni soglia di guardia.
Ma non basta: quasi un quarto di tutti i tumori infantili sarebbero attribuibili alle emissioni del traffico leggero e pesante. E’ quanto affermano gli autori di uno studio pubblicato nel 2006 sul Journal of Epidemiology and Community Health (Knox EG, Roads, railways and childhood cancers. J Epidemiol Community Health 2006;60:136-141).
Perciò, se c’è qualcuno fra noi che pensa che la bici è solo un oggetto per giocare è già fuori strada: la bicicletta è uno strumento di progresso, salute e sicurezza e ogni azione di governo della città deve mirare alla riduzione del traffico motorizzato, all’incremento della ciclopedonalità e della sicurezza delle strade.
Il casco? Risponde Giampaolo Schillaci, presidente del Coordinamento delle Associazioni FIAB della Regione Sicilia: in Sicilia lo portiamo tutti o quasi tutti e lo portano tutti i nostri figli. Ma tutti noi rabbividiamo al pensiero che qualche amministratore possa lavarsi la coscienza affermando che la sicurezza in bici dipenda dall’obbligo del casco. Casco o no, il dovere del governo della città è assicurare zone pedonali e, inoltre, un traffico moderato e scorrevole, due aspetti della mobilità motorizzata che camminano insieme alla mobilità ciclistica.”