Modica, ufficializzato il fermo del rumeno che sabato scorso era sfuggito alla polizia

Si chiama Dorin Viorel Ciurar il rumeno che era fuggito alla polizia colpito da provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Modica e posto in Fermo di Indiziato di Delitto, in quanto ritenuto responsabile di violenza sessuale nei confronti di M.S., una trentenne modicana costretta a subire atti sessuali. L’uomo è ritenuto responsabile di ripetuti atti di violenza e avrebbe costretto la trentenne modicana, S.M., a subire violenza sessuale, approfittando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima, invalida civile all’80 per cento.


lo scorso 2 maggio, dopo averla indotta a fare un giro in macchina con lui, averla portata in un luogo buio, isolato ed averla fatta scendere dal veicolo,, esercitava violenza fisica e psichica ma le urla della donna che serrava le gambe e lo implorava di lasciarla stare lo facevano desistere per paura di essere colto in flagranza.
Purtroppo, il giorno dopo, abusando della vulnerabilità della donna, la convinceva ad andare ancora una volta con lui in auto per fare un altro giro promettendo che non avrebbe più ripetuto simili atti. Stavolta, dopo averla condotta nei pressi di una strada senza uscita, la faceva scendere dall’auto e con furia inarrestabile abusava della donna senza alcuna pietà. Al termine della violenza esercitata, consapevole di avere in pugno la donna per le sue condizioni psicofisiche, la riaccompagnava in centro storico dandole istruzioni specifiche su come lavare i vestiti sporchi di sangue e di non dire nulla a nessuno.
La vittima giunta a casa veniva sorpresa mentre piangeva dalla sorella, che l’ha convinta a raccontarle cosa le fosse accaduto e poi l’aveva accompagnata al Commissariato di Modica. Fin qui la vittima non aveva riferito tutto ai familiari ma, debitamente assistita dal Dirigente, Nino Ciavola, e dai suoi uomini, ha raccontato tutta la drammatica storia, piena di particolari raccapriccianti. Immediatamente viene accompagnata presso il reparto di ginecologia che dopo un’accurata visita conferma le patite violenze.
Le attività di indagine subito attivate permettevano di risalire all’identità del giovane che aveva fornito una falsa identità alla vittima, ma nonostante questo stratagemma in brevissimo tempo veniva individuata la casa dove dimorava. Un primo accesso dava esito negativo ed i vicini di casa riferivano che l’uomo non abitava più li da tempo.
La conoscenza del territorio e la professionalità degli uomini del servizio di polizia giudiziaria permettevano di individuare un immobile dove poteva essersi rifugiato. L’uomo, nel contempo, non rispondeva più al cellulare.
Il controllo veniva effettuato nella stessa giornata di sabato 5 maggio; nonostante tutti gli accorgimenti del caso, il giovane rumeno sorpreso dagli agenti, si lanciava dal secondo piano e dopo un volo di 5 metri riusciva a darsi alla fuga. Durante le concitate fasi dell’irruzione, il giovane per guadagnare la fuga dal balcone, sferrava un colpo ad uno degli operatori che si trovava costretto a lasciare la presa; inoltre il giovane non sarebbe potuto fuggire se non fosse stato aiutato da un connazionale che si parava davanti agli agenti al fine di favorire la fuga dell’amico e per questi motivi è stato denunciato per resistenza e favoreggiamento personale. E’ stato esploso un colpo in aria con la pistola in dotazione al fine di far desistere dalla fuga l’indagato, ma questi non curante di quanto stesse accadendo, consapevole delle reato da lui commesso continuava imperterrito.
Dopo la fuga tutto il personale del Commissariato, si attivava per ricercare l’uomo ma purtroppo le prime ore di attività davano esito negativo.
Avendo identificato i familiari più stretti del ricercato e gli amici più intimi, venivano predisposti specifici servizi di appostamento nei luoghi dove il fuggitivo poteva trovare rifugio e con spirito di abnegazione, gli uomini della Polizia di Stato, nei pressi dell’abitazione della sorella, riconoscevano il fuggitivo e lo bloccavano. L’uomo non poteva far altro che arrendersi e veniva condotto dapprima in Commissariato e subito dopo presso la locale Casa Circondariale.
Se di successo si può parlare per quanto concerne l’importante risultato investigativo, di certo rimane la tristezza del personale della Polizia di Stato che ha accolto ed assistito la vittima, della quale nessuno poteva non accorgersi del suo deficit, difatti l’autore del reato ha approfittato proprio del suo stato.
Rimane da sottolineare che questa tipologia di reato spesso non viene denunciata per vergogna, facendo rimanere in libertà dei soggetti con spiccata aggressività che non si fermano davanti a nulla. La Polizia di Stato, così come sottolineato più volte dal Questore di Ragusa, Filippo Barboso, confida sempre più nella fiducia che le persone offese ed i testimoni di ogni tipologia di reato, vorranno riporre nei suoi uomini. La vicenda è stata raccontata stamani in conferenza stampa dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Gaetano Scollo, e dal Commissario Ciavola.

foto andrea maltese

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