PD, Calabrese: “Continuano le scelte dannose del sindaco Dipasquale per l’economia ragusana”

“Davvero incredibile questo sindaco. Le sue scelte economiche, ancorché opinabili, rischiano di procurare un grave danno alla nostra città, di fare terra bruciata tutt’attorno, di assestare dei colpi mortali da cui Ragusa rischia di non riprendersi più”. E’ questo il commento del segretario cittadino del Pd di Ragusa, Giuseppe Calabrese, dopo la visita del ministro tunisino Ben Salem. “Non contento di aver drogato, forse irrimediabilmente – continua Calabrese – il mercato immobiliare, favorendo la costruzione di centinaia e centinaia di alloggi che, oltre a deturpare l’ambiente della periferia cittadina e a svuotare il centro storico, hanno creato delle turbe nella compravendita di case; non contento di avere danneggiato l’attività degli esercenti nelle aree un tempo privilegiate della nostra città (piazza S. Giovanni, via Roma, via Rapisardi, corso XXV aprile) con una programmazione poco attenta mirata alla realizzazione di opere pubbliche (vedi soprattutto i parcheggi sotterranei) di cui, purtroppo, ancora oggi nessuno sta percependo la valenza; non contento di altre iniziative, come il mercato degli agricoltori, che sono durati dall’alba al tramonto, privi di qualsiasi prospettiva ancorata al futuro, fornendo, quel che è peggio, vane illusioni agli operatori del settore; non contento di continuare a vestire i panni di “capopopolo” che, come in occasione della mancata visita a Ragusa dell’assessore D’Antrassi, hanno finito con il determinare, da parte del sindaco, un atteggiamento irrispettoso e poco confacente, dal punto di vista istituzionale, nei confronti di un alto dirigente regionale; non contento di tutto ciò il sindaco, sempre più nervoso negli ultimi tempi, non ha trovato niente di meglio se non lasciare passare il messaggio, in barba a qualsiasi ragionevolezza di carattere economico, che per i nostri imprenditori è bene andare ad investire in Tunisia. Ora se il sindaco, per motivi propri, conosce bene la realtà tunisina, questo non può essere che un vantaggio per quanto riguarda l’arricchimento delle sue esperienze personali. Ma da qui ad utilizzare questo collegamento per favorire dubbie missioni di internazionalizzazione, nei confronti di un Paese che è più povero del nostro e che avrebbe tutti i vantaggi nell’instaurare rapporti di scambi commerciali con l’area iblea, ce ne corre. Un esempio sembra calzante a questo proposito. L’accordo Ue-Marocco è stato osteggiato da tutti perché ha creato condizioni sfavorevoli che, ancora oggi, i nostri produttori stanno maledicendo. La stessa cosa rischierebbe di accadere, in piccolo, se questa intesa tunisina-ragusana si andasse a concretizzare, dando vita ad un rapporto economico che avrebbe senso soltanto da una parte e che, alla lunga, per non dire quasi subito, finirebbe con il mettere al tappeto le nostre imprese incapaci di competere con la realtà nordafricana in quanto a costi di materie prime e manodopera. Se il sindaco vuole giocare a fare in piccolo il ministro degli Esteri, si accomodi pure. Tenere rapporti di buon vicinato non è mai male. Ma lasci perdere l’economia. E’ affare troppo serio perché i vari comparti produttivi della città e della provincia non abbiano a risentirsene”.

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