San Giorgio a Ibla raccontato dai ragazzi, a Sant’Antonino la mostra di disegni degli studenti della “Pascoli” Giovedì al Duomo la celebrazione per l’affidamento della parrocchia al Cuore Immacolato di Maria

La devozione al santo cavaliere sin dall’età più tenera. Si trasmette di padre in figlio, di generazione in generazione, alimentando un culto che affonda le radici indietro nei secoli. Retaggio di una fede che non conosce confini e che a Ragusa attecchisce sin dalla notte dei tempi, da quando cioè la figura di San Giorgio approdò nella città antica di Ragusa. E’ il senso della piccola mostra di disegni, aventi come soggetto la figura del martire, realizzata dagli studenti delle classi 1A e 2A della scuola secondaria di primo grado dell’istituto “Giovanni Pascoli”. A curarne la realizzazione la docente Carmela Maggiore che ha fatto sì che i propri alunni potessero ispirare le proprie creazioni attraverso delle “sedute artistiche” tenutesi ai Giardini iblei e nelle viuzze di Ibla scegliendo come modello il fregio dell’antico portale. Una esperienza “en plein air” i cui risultati possono essere ammirati nell’ex chiesa di Sant’Antonino dove i disegni resteranno in esposizione sino a domenica 3 giugno, giornata in cui si concluderanno i solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio. Intanto proseguono le celebrazioni e, in particolare, domani, mercoledì 30 maggio, alle 19 si terrà una santa messa mentre alle 21,30 è in programma un incontro di preghiera carismatica. Giovedì 31 maggio alle 19 è fissata la santa messa nel corso della quale si terrà l’affidamento della parrocchia al Cuore Immacolato di Maria Santissima. Prima, alle 17,30, l’adorazione eucaristica animata dai gruppi di Azione cattolica avente per tema “Con Maria, adoriamo Gesù”. Giovedì, inoltre, alle 20, al Duomo, è in programma un concerto a cura di Ibla Classica International-Agimus. Il coro polifonico “Claudio Monteverdi” diretto da Orazio Baglieri eseguirà alcuni brani collegati al repertorio “Ibla sacra – Cantate domine”. Sempre giovedì, alle 21, in piazza Pola si terrà la nona edizione della podistica di San Giorgio (memorial Orazio Spataro) a cura del circolo S. Giorgio, con la collaborazione della polisportiva “No al doping”.

Una descrizione storicamente interessante della festa di San Giorgio nel passato ci viene fornita dal canonico Giorgio Occhipinti. E’ la testimonianza di un tempo che non c’è più: “La processione doveva essere quanto di più appariscente, superbo e fastoso poteva darsi allora. Si costruivano archi di trionfo con rami di mirto, d’edera e di alloro nelle piazze e negli sbocchi delle vie principali, e sotto questi archi, tra il sordo rullo de’ tamburi, l’incessante suono delle campane, l’improvviso sparo di bombe e l’acuto squillare delle trombe e de’ pifferi – sfilavano le numerose compagnie, unioni, confraternite co’ propri stendardi, i religiosi de’ vari ordini (domenicani, conventuali, osservanti, cappuccini, agostiniani, antoniniani, carmelitani) co’ loro labari, e il clero di tutte le parrocchie, dietro l’insegna della Madrice, una croce astata con pallio, tutta in argento e di egregia fattura cinquecentesca, che forma ora uno de’ migliori cimeli del tesoro della chiesa di S. Giorgio. Erano circa duecento sacerdoti, oltre i chierici, che in doppia fila, co’ torcetti in mano, procedevano innanzi al mezzobusto del Santo e alla Cassa delle Reliquie, l’uno e l’altra di argento, portati a spalla dalla calca de’ devoti fervorosa ed acclamante. Una pia e antica costumanza, caduta oggi in disuso, era quella di mettere del cotone non filato a contatto delle Sacre reliquie e di legare de’ nastrini incarnati al collo del Santo, per farne poi distribuzione a’ devoti. Altra antica usanza, continuata sino al tramonto del secolo scorso, era quella del pane di San Giorgio. Su apposite barelle venivano trasportati processionalmente due enormi buccellati, spalmati di gelatina di zucchero e ornati con disegni e con fiori: squisito dono delle monache de’ due monasteri, di Maria Santissima di Valverde e di San Benedetto. Anche questo pane-biscotto veniva poi distribuito a titolo di devozione”.

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