COMUNI IN DIFFICOLTA’. RAGUSA, DOCUMENTO DI CGIL CISL E UIL SULLA SITUAZIONE DEGLI ENTI LOCALI

Da parecchi mesi Cgil, Cisl e Uil denunciano la gravissima situazione finanziaria dei Comuni della Provincia, evidenziando come i provvedimenti legislativi assunti, prima, dal governo Berlusconi e, dopo, da quello Monti e la concomitante riduzione dei trasferimenti regionali, hanno messo gli enti territoriali della Provincia nella difficile condizione di non poter far quadrare i bilanci e di non essere più nella possibilità di pagare gli stipendi ai lavoratori e dare continuità ai servizi che per obbligo di legge devono garantire ai vari territori.
Gli ultimi 4-5 anni hanno profilato uno scenario a tinte fosche per le istituzioni più vicini ai cittadini e già in Provincia di Ragusa sei comuni su 12 presentano quotidianamente gravi carenze di liquidità che si traducono in ritardi nel pagare gli stipendi dei dipendenti diretti, di quelli indiretti (cooperative sociali) e nel liquidare i crediti vantati dai fornitori (piccole e medie imprese). Le ultime manovre varate dal governo Monti hanno poi prodotto il colpo di grazia, nel senso che esse non solo non consentiranno a parecchi enti locali di poter chiudere i loro bilanci nel rispetto delle indicazioni normative relative alla contabilità pubblica, ma soprattutto determineranno in questi una devastante e perdurante crisi di liquidità di cassa che li condurrà al collasso.
Circa due settimane addietro la “Trilice”, ancora una volta ha alzato alto il grido di allarme e ha chiesto al Sindaco del Comune di Ragusa di convocare, con carattere di urgenza, la conferenza dei sindaci per mobilitare tutto il territorio provinciale rispetto ad un contesto che fa prefigurare la crisi delle istituzioni comunali con riflessi gravissimi sul versante del mantenimento della coesione sociale.
“La prima riunione della conferenza dei sindaci – dicono Giovanni Avola, Enzo Romeo e Giorgio Bandiera – avvenuta lo scorso primo giugno, ha incentrato soprattutto gli interventi sulla necessità di esplicitare una obiettiva analisi delle criticità di ciascun ente e dei fabbisogni cui giungere, con la finalità di delineare un quadro certo, oggettivo e complessivo dei bisogni economici e sociali del territorio, ma non ha avuto modo e possibilità di definire meglio il paniere delle proposte alla base della mobilitazione che Cigil, Cisl e Uil, in diversi momenti istituzionali, hanno vigorosamente sollecitato, soprattutto in conseguenza di un coriaceo riassetto delle politiche economiche nazionali le cui finalità consistono prettamente nel riversare i costi economici e sociali del cogente ed improrogabile processo di risanamento sugli enti sotto-ordinati.

E’ bene che in una temperie così difficile e rischiosa CGIL CISL UIL facciano chiarezza ed indichino alla conferenza dei Sindaci le possibili direttive su cui impostare le rivendicazioni che tutto il territorio deve fare proprie, che non potranno essere solo quei due punti (20% dell’IMU e piano di stabilità regionalizzato?) erroneamente riportate dai mass-media, perché, oltre ad essere di difficile realizzazione, da sole non costituiscono e non potranno rappresentare il punto di equilibrio per dare stabilità ed elementi di tenuta socio-economica ai comuni.

Appare chiaro che solo una seria richiesta rivendicativa potrà portare alla riuscita un momento di mobilitazione che ha oramai il carattere della obbligatorietà e della immediata attivazione. Non inquadrare bene le richieste rivendicative e far trascorrere altri due tre mesi senza incassare risultati in termini di risposte dal governo nazionale e regionale significherebbe aver decretato la sfascio del delicato sistema delle autonomie locali, con imprevedibili e inenarrabili conseguenze sul tessuto vivo di ciascuna città.

Bisogna, pertanto, partire da una piattaforma rivendicativa territoriale ben congegnata, in cui gli enti locali, per primi, diano il segno di aver intrapreso un percorso virtuoso di impostazione dei loro bilanci, dando l’esempio della loro capacità di saper rivedere le superate metodiche in base alle quali nel passato hanno costituito i loro bilanci.

Il primo segnale che dovrà provenire dai Sindaci è quello di accogliere la proposta di CGIL CISL E UIL di andare alla sottoscrizione, in Prefettura, del protocollo d’intesa sulla necessità di arrivare alla stesura dei bilanci previsionali concertati, impostati con criteri rigorosi volti al capace contenimento e alla razionalizzazione delle spese ed al rafforzamento degli strumenti di implementazione delle entrate non derivate e in cui il (nefasto) elemento discrezionale di spese non obbligatorie sia del tutto depennato. Si tratta di una misura sulla quale il Sindacato confederale e di categoria punta da tempo e che da tempo rivendica, ma che ad oggi non ha trovato i Sindaci pronti. Quello del protocollo d’intesa sui bilanci è uno strumento che attesta l’avvenuta maturità politica e sociale della classe dirigente politica nostrana, perché la porrebbe in regola rispetto alle rivendicazioni che deve fare e dovrà fare ai livelli istituzionali più alti.

Il secondo punto di forza della rivendicazione è rappresentato dalla capacità della politica locale di saper individuare nuovi strumenti per accrescere le entrate delle istituzioni che presiede. In questa direzione, oltre ad una maggiore percentuale dell’IMU (il 20% in più) da riversare agli enti locali rispetto a quella al momento determinata coi provvedimenti statali, la strada da allargare è quella di una seria mirata e doverosa lotta all’evasione e alla elusione dei tributi, che ancora oggi ha percentuali intollerabili in quasi tutti i comuni della Provincia.

Il terzo punto di forza è la capacità di fare sistema di tutte le istituzioni della Provincia, col pieno coinvolgimento dei parlamentari nazionali regionali, evitandole possibili strumentalizzazioni discendenti dalla fin tropo vicina tornata elettorale regionale.

Il quarto punto che viene qui evidenziato è quello di promuovere un incontro tra le OO.SS, la conferenza dei Sindaci e il Presidente della Regione per intavolare una adeguata interlocuzione tesa all’ottenimento in tempi brevi del 50% delle due rate regionali ancora non trasferite dalla Regione, non escludendo la messa a punto anche di un piano di prestiti di risorse per i comuni che soprattutto nella seconda metà dell’anno mostrassero difficoltà in ordine al recepimento della liquidità sufficienti a copertura dei loro impegni”.

Cgil, Cisl e Uil invitano il Sindaco di Ragusa a riconvocare a breve una nuova riunione della conferenza dei Sindaci.

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