Ascom: La conformazione della nuova piazza Unità d’Italia è diventata un problema per i commercianti Barrera: “Il Comune di Ispica trovi una soluzione”

“La nuova piazza di Ispica sembra essersi trasformata in un oscuro oggetto del desiderio, di cui nessuno sembra conoscere il futuro e che, purtroppo, sta determinando una serie di ricadute negative sull’attività dei vari esercizi commerciali che ricadono nell’ambito del sito”. E’ il senso della denuncia fatta dal presidente della locale sezione dell’Ascom, Carmelo Barrera, che ha raccolto, in queste ultime settimane, le lamentele degli operatori del settore e che, in assenza di chiari indirizzi amministrativi, ha inoltrato una specifica richiesta al sindaco Piero Rustico. “E’ opportuno che la Giunta municipale e il primo cittadino – continua Barrera – prendano atto delle consistenti difficoltà di tutti i negozi della zona determinate, in un primo momento, dall’avvio dei lavori e poi dalla conseguente realizzazione di una piazza in cui, rispetto a prima, non esiste alcuna chance per gli operatori commerciali del posto, nessuna elasticità di chi è preposto alla tutela della viabilità per cercare di sostenere chi contribuisce allo sviluppo economico e alla crescita della città. Il problema è che, così facendo, di questi esercizi commerciali saranno pochi quelli che potranno continuare ad operare nella direzione auspicata. Perché alcuni sono già ridotti in ginocchio, altri lo saranno tra poco”. Il presidente Barrera ha dunque inviato una lettera al sindaco Rustico chiedendo che possa essere chiarito lo stato della piazza Unità d’Italia. “I lavori sembrano completati – afferma il vertice sezionale dell’associazione dei commercianti – ma la consegna finale è stata fatta? Sono previste altre azioni legate all’arredo? Quali soluzioni in cantiere, poi, per gli operatori commerciali che insistono nella zona per quanto concerne l’afflusso della clientela? Sono, cioè, state programmate delle specifiche aree di sosta? Chiediamo che l’Amministrazione comunale ci fornisca delle risposte. Perché, lo ribadiamo con forza, la condizione economica complessiva dei negozi che insistono nell’area in questione è di una gravità estrema”.

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