Pozzallo, piattaforma Vega. Sei rinvii a giudizio

Sei rinvii a giudizio per la vicenda della piattaforma Vega al Largo di Pozzallo. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, ha accolto le richieste del pubblico ministero, Francesco Puleio. Rinviati a giudizio Marcello Costa, direttore responsabile del sito di coltivazione e produzione mineraria, Michele Giannone e Francesco Lubrano Lavardera, Comandanti pro-tempore del Galleggiante “Vega Oil”, asservito al sito di coltivazione e produzione mineraria Campo Vega, Angelo Maione, responsabile per la sicurezza e l’ambiente del Campo Vega, Umberto Quadrino, Amministratore Delegato della Edison S.p.A., proprietaria del “Vega Oil”, annesso al Campo Vega, di cui è Società Concessionaria, e Andrea Cosulich, Amministratore Delegato della Fratelli Cosulich S.p.A., società armatrice del Galleggiante “Vega Oil”. Ieri, dopo le richieste della pubblica accusa, è toccato alle arringhe della difesa. Gli avvocati De Luca, Passanisi e per concludere Ettore Randazzo e Antonio Borrometi, hanno lungamente contestato le conclusioni del piemme, con arringhe tendenti a smontare l’impianto probatorio. Il Gup ha deciso di rinviare tutti al prossimo 15 ottobre. Borrometi ha tirato fuori la perizia del consulente di parte, l’ingegner Riccardo Cosulich, secondo cui esisteva un’autorizzazione e lo scarico dei reflui era legittimo mentre, invece, nella precedente udienza, i periti del giudice, Antonio Barcellona, docente all’Università di Palermo, e Fabio D’Agostino, ricercatore dell’istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche, avevano sostenuto che da una certa data mancavano le autorizzazioni per lo scarico dei reflui da idrocarburi e che i danni all’ecosistema marino per decine di milioni di euro sarebbero stati causati dallo sversamento di liquidi dalla piattaforma. La violazione riguarderebbe l’assenza di idonea autorizzazione all’attività di reiniezione delle acque risultanti dal ciclo produttivo degli idrocarburi nelle unità geologiche profonde del giacimento a oltre 2.500 metri di profondità sotto il livello del fondale marino. L’azienda, certa che il dibattimento processuale confermerà la propria posizione ritiene di essersi attenuta scrupolosamente alle prescrizioni indicate dalle autorizzazioni in proprio possesso e di aver agito nel pieno rispetto della normativa vigente.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa