C’è una nuova malattia: si chiama ludopatia. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

Alcuni giorni fa, una gentile lettrice della mia rubrica, mi ha invitato a prendere in esame una problematica, che ha sconvolto la sua vita e la sua famiglia : la dipendenza e l’ossessione del gioco. In effetti, questo è un fenomeno, che si sta manifestando con evidente frequenza e gravità, creando notevoli squilibri economici e familiari e sociali.
Lotto, scommesse sportive, corse dei cavalli, gratta e vinci e biglietti della lotteria, per non parlare del videopoker e delle slot machine,e dei giochi online, sono questi i nemici dei cosiddetti ludopati, ovvero di quelli che soffrono di disturbi legati all’ossessione del gioco.
In effetti, come dice la lettrice, questo è un fenomeno da non sottovalutare, poiché si sta espandendo a macchia d’olio: sono circa un milione e mezzo gli adulti a rischio di ludopatia.
Gli uomini manifestano una propensione maggiore rispetto al gentil sesso. Gli uomini prediligono ippica, scommesse e slot machine, le donne invece preferiscono Bingo e Lotto. Di solito il ‘ludopata tipo’ è un signore di mezza età, di estrazione medio-bassa, ma la patologia purtroppo sta iniziando a colpire anche i più giovani, a causa della facilità con la quale, ormai, si può avere accesso al gioco.
Volendo esaminare le possibili cause, direi la predisposizione al gioco d’azzardo, la sensazione di poter vincere facilmente o il bisogno di soldi, una delusione amorosa, le frustrazioni professionali, il disagio e i malesseri a livello psicologico: basta un momento no, per cadere in trappola, soprattutto se in famiglia e tra gli amici si vive a pane e gioco.
A livello psicologico si assiste al repentino passaggio da euforia a depressione, oltre ad un atteggiamento ossessivo e di bisogno quasi fisiologico di giocare. Una vera e propria dipendenza, del tutto simile per sintomi e caratteristiche a quella da sostanze stupefacenti che se sottovalutata può peggiorare e compromettere seriamente salute e qualità della vita.
Una droga che influisce sull’organismo anche a livello fisiologico: mentre si scommette, infatti, l’organismo rilascia endorfine e le sensazioni a livello neuronale sono in tutto  e per tutto simili  a quelle provocate dalla droga e dall’alcol.
Purtroppo il fenomeno sta diventando serio, anche a causa della facilità con la quale chi soffre di questo disturbo può procurarsi ‘la sua dose quotidiana di gioco’. I gratta e vinci sono ormai in ogni bar, i centri di scommesse sono ad ogni angolo di strada e si può scommettere praticamente su ogni tipo di sport.
Prendiamo come esempio  Win For Life, il gioco che mette in palio ogni ora del giorno 4.000 euro al mese per venti anni. Affascinante e subdolo, in tempo di crisi economica questo gioco fa leva su paure e speranze che poco hanno a che fare con la realtà e contribuisce ad aumentare il rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo e online.
Alcuni lo definiscono un gioco come un altro, altri lo considerano eccitante, pochi pericoloso. Le persone che ricorrono ai giochi d’azzardo sperando di risolvere i loro problemi economici e rincorrendo all’illusione della vincita, rischiano la salute mentale: possono sviluppare dipendenza e mettere in atto comportamenti ossessivo-compulsivi.
Certo che, se giocare, si trasforma da un piacevole passatempo alternato ad altro (vita sociale, lavoro, hobby, sport) in un’ossessione che fagocita il resto, la pericolosità è grande.
La gravità è tale da incidere perciò su molti ambiti della vita della persona che lo pratica. Portando anche a drammi sociali e familiari. Spesso si scopre tanto per fare un esempio che dietro ad alcuni casi di suicidi o di sparizioni ci sono persone che hanno dilapidato un patrimonio all’insaputa della famiglia e che resosi improvvisamente conto della gravità della situazione ricorrono a gesti estremi.
E che dire dei videogiochi che spopolano tra i giovani – e anche tra i meno giovani – che ogni giorno trascorrono ore davanti allo schermo, vivendo in una realtà virtuale che fa discutere. Il crescente abuso di videogiochi da parte dei più giovani e lo scarso controllo esercitato dai genitori, una superficialità che porta i bambini a giocare per ore a giochi spesso violenti e pieni di sesso….in poche parole, a condurre una vita decisamente non adatta a loro, anche se solo virtualmente.
L’errore sta nel pensare di ‘tenere al sicuro’ i propri figli lasciandoli soli a casa e facendoli giocare davanti al pc. Il rischio è quello di evitare i pericoli della vita vera, ma di incappare in ‘danni on-line’ altrettanto pericolosi. Abusando,i ragazzi rischiano di diventare dipendenti dal loro videogioco e di costruirsi una realtà virtuale, tendono spesso a distaccarsi dalla vita vera e a ridurre sensibilmente i rapporti sociali con gli altri. Dipendenza e asocialità, ma anche assimilazione di modelli comportamentali sbagliati sono i principali rischi a livello psicologico.
Ma i danni possono essere anche neurologici: molti casi di assenza e convulsioni sono stati attribuiti all’utilizzo senza limiti di videogiochi, anche se i soggetti più a rischio sono i bambini affetti da epilessia fotosensitiva, un disturbo che rende i soggetti particolarmente sensibili ai forti contrasti tra i colori chiari e quelli scuri; il cervello non riesce a tollerare i forti sbalzi di luminosità presenti nei videogiochi.
Giocare troppe ore al giorno provocherebbe danni irreparabili: io lancerei una bella provocazione, riportare sui videogiochi le frasi già presenti sui pacchetti di sigarette: giocare con i videogiochi uccide o i videogiochi danneggiano la salute.
Eppure alcuni non nascondono le potenzialità positive dei videogiochi: lo sviluppo delle capacità senso motorie, la possibilità di prendere decisioni rapide in breve tempo per raggiungere un obiettivo o imparare a gestire e controllare le emozioni e le sensazioni sono tutte capacità che il bambino può affinare giocando.
Ma come si può capire che un innocuo passatempo si sta trasformando in una dipendenza?
In fondo basta osservarsi dall’esterno e rispondere a qualche semplice domanda: pensi al gioco anche quando stai facendo altro? Sei diventato sempre più irritabile? Ti colleghi ogni giorno spendendo ingenti somme di denaro? Ti stai indebitando per giocare? Ci pensi anche mentre dormi? Stai trascurando amici, affetti e lavoro perché passi sempre più tempo a giocare ?
Se rispondi si a un paio di queste domande vale la pena di fermarsi a riflettere.
La cura, come per gli altri disturbi di dipendenza, è costituita da un percorso psicoterapeutico e dell’utilizzo di farmaci.
Sarebbe importante anche che le persone vicine che sospettano qualcosa si coalizzassero per confrontare il soggetto sulle sue difficoltà e sul suo bisogno d’aiuto. Questo per esempio potrebbe a volte evitare finali tragici.
Fondamentale, quindi, ritengo debba essere l’intervento delle istituzioni e l’avvio di una legislazione che gestisca e controlli il fenomeno.
Questa è la mia visione da medico, ma permettetemi l’ ultima considerazione, visto che il gioco in generale frutta allo Stato centinaia e centinaia di milioni di euro, pensate mai che rinuncerà a questa valanga di introiti ?

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