Alcune contraddizioni nel Prg di Vittoria, il direttivo Cna analizza nel dettaglio le previsioni dello schema di massima “Vittoria riscopra la sobrietà e diventi a misura d’impresa”

“Il Prg è lo strumento più importante di pianificazione economica e sociale di un territorio. Per questo va condiviso con tutte le forze sociali presenti in esso. Avviare un confronto sullo schema di massima della variante del Piano è stato un atto di democrazia diretta che però non va sprecato o peggio reso vano”. E’ quanto sostiene il direttivo della Cna di Vittoria dopo avere preso atto dell’illustrazione dello schema di massima fatta dai tecnici che hanno redatto lo strumento urbanistico e che ha sollecitato alcune considerazioni.
“Intanto – prosegue il documento – ci corre l’obbligo di sottolineare delle contraddizioni. Se da un lato, nella relazione, si scrive che a Vittoria: ‘ci sono 27.265 abitazioni e 18.598 famiglie. Ipotizzando un rapporto medio di un’abitazione per famiglia si rileva un surplus di 8.667 abitazioni”; continuando si legge: ‘Il nuovo Prg deve necessariamente fare i conti con l’abusivismo e con il costruito precario che si è diffusamente impiantato nel territorio. Necessita in altri termini, un nuovo e dinamico strumento urbanistico che più che non si limiti alla mera previsione di nuovi spazi di edificabilità, ma che sia introduttore di nuove vie gestionali per il recupero dell’esistente, per l’eliminazione di cubatura inutile ed improduttiva anche attraverso forme di incentivazione e per ridisegnare la forma urbana di Vittoria anche a partire dalla sue eccellenze’; dall’altro lato, qualche pagina più avanti le cose cambiano: ‘Nella considerazione attuale che il Prg non può considerarsi come uno strumento rigido e non può solo limitarsi a valutare l’offerta esistente o residuale rispetto al precedente strumento urbanistico generale, per il nuovo Prg di Vittoria, anche a fronte dell’andamento demografico rassegnato, sono stati tenuti nel dovuto rilievo gli incrementi dimensionali indotti dagli interventi infrastrutturali ed economici programmati, primi fra tutti l’intervento di riconversione dell’ex base militare di Comiso trasformata in aeroporto civile, l’autoporto, il porto di Scoglitti, ovvero infrastrutture ad alto valore di attrazione che rendono oggi il territorio di Vittoria espressione dell’incrocio di crescenti interessi e interventi di trasformazione’. Come dire che se da un lato si critica l’espansione, dall’altro si prova ad incentivare la stessa guardando con interesse l’asse infrastrutturale aeroporto di Comiso-porto di Scoglitti. Ma queste due infrastrutture, per una serie di motivi, non decollano. Pertanto pensiamo che questa impostazione, anche se condivisibile da un punto di vista squisitamente teorico, ci sembra poco praticabile sia nell’immediato che nel medio lungo termine”.
La Cna pensa da tempo che lo sviluppo senza limiti sia finito. “La doccia fredda della crisi – continua la nota del direttivo – ci ha richiamato alla realtà. Sono franate quelle illusioni che hanno alimentato l’allargamento urbano che ha contraddistinto gli ultimi decenni. La città, secondo quelle linee di trasformazione, ora si trova ad essere poco sostenibile sia economicamente sia socialmente. Sulla base di ciò, la Cna rimane ferma sulle posizioni di sempre: serve una variante di Prg che sappia guardare più alla riconversione e alla riqualificazione dell’esistente e un po’ meno all’espansione. Così si rilancia l’economia delle tante piccole imprese del settore costruzioni. Ci vuole uno strumento che punti a migliorare la qualità della vita del nostro territorio, che ridia il cuore alla città recuperando il centro urbano in termini estetici e funzionali. A questo bisogna associare un nuovo modo di costruire orientato verso immobili serviti da fonti energetiche rinnovabili, alla maggiore sicurezza sismica e alla bioedilizia, prevedendo per tale motivo una serie di regolamenti e agevolazioni. Oltre alla qualificazione urbanistica dell’esistente bisogna affrontare con determinazione il tema della mobilità. A Vittoria mettere in comunicazione persone e merci è un fattore di alta criticità. Il nuovo schema di massima chiude ancora di più le vie d’uscita della città, basta fare un confronto con lo stato di attuazione della pianificazione urbanistica vigente e quello proposto, per rendersi conto di come la capacità in entrata e in uscita delle merci possa complicarsi. Nell’attuale schema si suggerisce una intermodalità gomma/treno; treno/aereo; gomma/aereo. Anche qui, da un punto di vista teorico, non c’è nulla da ridire ma pensiamo anche che lo sviluppo si programmi guardando la realtà che ci circonda. Lo stato della ferrovia nel nostro territorio è ai minimi termini. Ferrovie dello Stato non intende fare investimenti in questo territorio (la vicenda dei passaggi a livello che più volte abbiamo sollecitato è emblematica) anzi negli ultimi anni ha effettuato tagli consistenti soprattutto nel settore cargo. I dirigenti del gruppo Fs hanno ribadito queste scelte nella conferenza di servizi fatta alla provincia il 16 maggio scorso. Per quanto riguarda l’aeroporto di Comiso basta leggere il nuovo piano nazionale degli aeroporti già al Cipe per il varo definitivo. Il suggerimento gomma/treno; treno/aereo; gomma/aereo ci pare poco attuabile sia nel breve che nel medio periodo. Pensiamo invece che bisogna guardare più all’intermodalità con il mare: porto di Pozzallo e porto di Catania, strutture in pieno sviluppo a cui Vittoria deve collegarsi. Come Cna abbiamo sollecitato l’Amministrazione circa la realizzazione dell’autoporto ma per evitare che questa infrastruttura rimanga isolata diventando l’ennesima cattedrale nel deserto, vanno programmate già da ora tutte le vie che la colleghino alla città, agli altri servizi e ad altre strutture”.
Infine – dice ancora la nota del direttivo – concordiamo con quanto scritto a pag. 75: ‘Per quanto riguarda il turismo, si nota ancora uno squilibrio fra il potenziale di attrazione turistica costituito dal rilevante patrimonio di risorse naturali, paesistiche, culturali, artistiche, ecc. e il tasso di loro utilizzo e fruizione da parte dei turisti…. Ma per poterle cogliere, occorre superare quei limiti che partono da una economia di servizi poco innovativa e dove si stanno ampliando divari sensibili rispetto alle zone limitrofe. Il turismo vive di servizi che non sono esclusivamente ricettivi’. Noi pensiamo che bisognerebbe promuovere la riqualificazione funzionale della zona portuale di Scoglitti e delle aree ad essa collegate. Nello schema si parla molto di questa struttura ma non abbiamo capito come nella futura pianificazione possa avere un ruolo se è ancora molto incompleto e privo di servizi. A questo bisogna aggiungere aree adibite a parcheggi, aree attrezzate per i camper e camping, zone adibite a verde pubblico. Così come pensiamo che le strutture ricettive attuali sono insufficienti, vanno potenziate e aumentate soprattutto ampliando le strutture attuali e incentivando, chi vuole investire, all’acquisto di numerosi immobili sfitti da ristrutturare e da adibire ad attività turistiche. Cna auspica una politica basata su un modello di soft economy, cioè non basata solo sugli insediamenti dei grossi gruppi del settore turistico alberghiero (utili ma non esclusivi). Ma chiediamo anche di coniugare coesione sociale e competitività, trarre forza dalle comunità e dal territorio. Il successo della riviera romagnola sta tutto lì, perché non provare a fare come loro? Queste sono le nostre considerazioni. Vittoria deve riscoprire la sobrietà, deve diventare una città a “misura d’impresa”, in cui il tessuto economico trovi le condizioni per svilupparsi e radicarsi con dignità, in cui le ragioni del fare impresa non siano contrapposte a quelle degli interessi di pochi e in cui le imprese artigiane e più complessivamente le Pmi abbiano pieno diritto di cittadinanza. La cultura d’impresa cresce, il territorio diventa attraente se si creano strumenti di pianificazione che puntano al miglioramento della qualità della vita. E’ questa l’idea di città reclamata dal sistema imprenditoriale vittoriese e che la Cna vuole rappresentare”.

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