Presentato stamani a Palermo il Movimento per la Gente – Sicilia e Territorio. Oltre 1000 al teatro Politeama con Zamparini e Dipasquale: “Vogliamo cambiare la Sicilia”.

Sono già oltre 1000 coloro che hanno aderito al nuovo progetto politico dedicato alla Regione, denominato “Movimento per la Gente – Sicilia e Territorio” e che stamani ha avuto il suo battesimo in uno stracolmo teatro Politeama a Palermo. C’erano il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, tantissimi amministratori locali, molti sindaci, compreso il neo primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando venuto a portare il saluto della città, ed ancora i Forconi, e soprattutto la gente comune, la cosiddetta società civile, venuta da ogni parte della Sicilia. Il movimento presenterà delle liste alle prossime Regionali e lo farà ponendo dei paletti ben precisi: nessun deputato uscente e nessun amministratore regionale potranno candidarsi all’interno delle liste che daranno invece spazio a giovani e donne e agli uomini liberi. Un progetto politico che abbraccia e raccoglie tematiche di Centrodestra così come di Centrosinistra, andando dunque oltre i partiti e guardando a quanti hanno buona volontà per poter governare in modo diverso la Sicilia. Il Movimento, è stato più volte spiegato stamani, è una risposta politica e non vuole fare assolutamente antipolitica perché solo dalla politica tra la gente e per la gente è possibile davvero sperare in un futuro migliore per l’isola. Nasceranno in ciascuna provincia dei centri di ascolto che raccoglieranno le istanze della gente per arrivare alla stesura di un programma che sarà poi condiviso con riunioni pubbliche in ciascun capoluogo di provincia. Ma ci sono già dei punti cardine: agricoltura, turismo ed energie. Lo ha detto il patron del Palermo, Zamparini, aggiungendo che “è venuto il tempo di non permettere più a nessuno di trattare la Sicilia e i siciliani come sono stati trattati finora. Abbiamo il dovere di reagire e sovvertire questo stato di cose che ha messo in ginocchio l’economia. Dalla Sicilia un nuovo modello per tutta l’Italia e solo i siciliani possono farlo essendo stata da sempre quest’isola un punto di riferimento per l’intera Italia”. Zamparini ha fatto poi un excursus sulla nascita del Movimento per la Gente e sulla “fortuna” di aver incontrato Nello Dipasquale, “un siciliano vero con cui c’è stata sintonia fin dal primo minuto”. E proprio Nello Dipasquale, sindaco di Ragusa, ha parlato della necessità di procedere al cambiamento reale in Sicilia. “Siamo già oltre 1000 persone e siamo così in tanti, in questa domenica da spiaggia, perché abbiamo tutti compreso che da soli non si va da nessuna parte e che dunque c’è l’esigenza di stare insieme e fare ognuno la propria parte. Dobbiamo essere il partito dei siciliani, interessati esclusivamente ad un progetto che rimette la politica al centro dell’interesse e per farlo bisogna tornare al punto di partenza, ovvero il territorio. Il presidente candidato alla Regione? Lo troveremo in modo democratico. Di sicuro non intendiamo candidare persone che abbiano già ricoperto incarichi alla Regione, sia come parlamentari che come assessori regionali, perché vogliamo rappresentare una posizione politica nuova, che nasce dai territori e si apre a giovani e donne. Lo faremo tramite i centri di ascolto e con un programma elettorale condiviso”. In prima fila, e poi sul podio per portare il suo saluto, c’era anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che ha parlato della crisi dei partiti e ha spiegato che il suo partito si chiama Palermo. Ha dunque auspicato che il partito del prossimo governatore regionale si chiami Sicilia così come quello del prossimo primo ministro si chiami Italia. Ci si muova, insomma, ascoltando la gente e per la gente. Tantissimi i sindaci presenti, tra cui quelli di Canicattini, Niscemi, Carini, Licodia Eubea, Nicolosi, Trabbia. C’era anche Salvo Andò di Fondazione Mezzogiorno, Mariano Ferro e padre Di Rosa dei Forconi, il candidato a sindaco di Palermo, per il Centrodestra, Massimo Costa. Tanti gli interventi. Giacomo Scala, presidente dell’Anci Sicilia ha ricordato il “saccheggio statale delle risorse, un saccheggio che ha impoverito la Sicilia e creato grossi problemi ai sindaci chiamati ad amministrare senza risorse. Non lasciamo che ci rubino il futuro dei nostri figli”. Piero Macedonio di Patto per il Territorio di Agrigento ha detto: “Siamo stati i primi che hanno capito che le esigenze del territorio erano mutate. La politica ha fallito ma i politici non se ne sono curati. Si deve cambiare”. Paolo Amenta, sindaco di Canicattini: “La politica ci ha tolto perfino la dignità. I politici parlano un linguaggio che la gente non capisce e dice cose che la gente non vuol sentire. La gente vuol capire dove vogliamo portare la Sicilia da qui a qualche anno. E noi abbiamo il dovere di essere chiari”. Nino Borzì, sindaco di Nicolosi: “Il movimento non è contro nessuno, ma per la Sicilia. Le autonomie locali devono tornare ad essere centrali. A Nello Dipasquale, che stimo, auguro che la Sicilia gli riconosca il suo spirito nobile e sincero, da vero siciliano”. Francesco Bondì, sindaco di Trabbia: “Questa è davvero un’opportunità per i siciliani e per le autonomie locali, noi sindaci riceviamo gente che non riesce più a mangiare, bisogna recuperare il rapporto con i cittadini e la politica”. Francesco La Rosa, sindaco di Niscemi: “Ci sono altri movimenti e gruppi che guardano con interesse a questa nuova proposta politica, bisogna aprire anche a loro così come ai Forconi. C’è ancora tempo per parlare e per allargare quanto più possibile questo progetto”. Giovanni Verga, sindaco di Licodia Eubea: “I giovani, che vivono con drammaticità la crisi odierna, sono una risorsa che dobbiamo valorizzare, chiedono più giustizia sociale e i sindaci tentano di dare risposte senza averne i mezzi adeguati, avendo tra l’altro il compito di sorreggere l’Italia visto che la classe politica nazionale è assente”. Ha poi parlato padre Di Rosa, che ha ispirato in qualche modo la nascita dei Forconi: “La politica ha bypassato i problemi dell’agricoltura e quelli della povera gente, la soluzione non può che essere nei territori. Oggi che è stata operata la scelta del Dio denaro, del neoliberismo, che ha creato i ricchissimi e i poverissimi, bisogna ripartire da zero, ripartiamo dal basso, non più il Dio denaro, ma la socialità e la relazionalità. Perché non tentare di fare un’unica grande esperienza con i gruppi che già si muovono insieme ai Forconi?”. Sul palco, dove non c’era un tavolo di presidenza ma solo un podio, ha concluso un giovane, Roberto Saieva: “In Sicilia c’è un sentimento di ostilità a causa della finanza che detta l’agenda alla politica in cui la gente è ancora troppo marginale. Se l’Europa fosse una cosa seria, si aprirebbe alla periferia geografica ed invece la Sicilia è stata definita geograficamente dispersiva. Dobbiamo affermare, prima di tutto, l’autonomia e lo statuto siciliano”.

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