Racket a Scicli. Mormina e Fidone negano l’estorsione

Sottoposti a interrogatori di garanzia i due sciclitani arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Modica in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, dal Gip del Tribunale etneo. Franco Mormina, operatore ecologico, 43 anni, e Giacomo Fidone, 43, sorvegliato di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, sono comparsi nel carcere di Bicocca dove sono detenuti, davanti al magistrato catanese, entrambi assistiti dall’avvocato Rinaldo Occhipinti del Foro di Modica. Hanno smentito ogni tesi accusatoria che ricondurrebbe all’estorsione aggravata loro contestata in danno di un rivenditore di auto, loro concittadino. Le due versioni sarebbero coincise, I due, infatti, avrebbero raccontato di avere acquistato l’autovettura Audi A3 che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata estorta al commerciante, anche se ancora non avevano avuto la possibilità di pagarla. Nel corso delle indagini sono state trovate nella disponibilità degli arrestati una Porsche Boxter, un BMW x5 ed un’Alfa Spider, nonché l’Audi A3. L’accusa sostiene che Mormina e Fidone avrebbero estorto, con la minaccia, alla presunta vittima beni materiali per un valore di oltre diecimila euro. I carabinieri di Modica hanno in mano intercettazioni telefoniche ma anche alcune registrazioni effettuate da telecamere di sorveglianza che la vittima aveva istallato nel suo esercizio. I militari proseguono le indagini, convinti che il rivenditore di auto non sia l’unica vittima dei due sciclitani e che questi avessero avviato una sorta di racket in città.

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