L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. VERSO LE ELEZIONI REGIONALI: I DEPUTATI USCENTI LI RIVEDREMO IN CAMPO!? E IL MOVIMENTO “TERRITORIO” E’ UNA VERA NOVITA?

Se l’on. Lombardo non cambierà idea, cioè dimettersi a fine luglio, nel prossimo mese di ottobre andremo alle elezioni regionali. Con quali candidati, con quali partiti, movimenti politici o liste civiche la provincia di Ragusa affronterà la competizione elettorale? Cosa si vede dietro l’angolo? Niente di nuovo! Tutto vecchio, stantio, usuale, ripetitivo. Soliti giochi, soliti promesse, solite assunzioni di impegno, ripescaggio di uomini, slogan, sorrisi, strette di mano. E’ cominciata la partita: c’è chi perderà e c’è chi vincerà. E chi vincerà, vincerà per se stesso e per gli amici che lo hanno sostenuto, chiaramente. Non per il territorio che dovrebbe rappresentare.
Questo è il quadro, ma a nessuno interessa cambiarlo; né ai partiti, né ai leader politici, né alla maggioranza della gente, alla quale, tutto sommato, le partite elettorali piacciono per dare sfogo a gossip, a giudizi e maldicenze, a scommesse e, perché no, per sfruttare la situazione e alla fine magari salire sul carro dei vincitori. Che tristezza! Quante dichiarazioni politiche di movimenti e partiti, di consiglieri comunali e uomini politici delle istituzioni pubblichiamo quotidianamente: ma tutto rimane tale e quale; tutti a difendersi dalle critiche e tutti a comportarsi secondo le critiche sferrate agli avversari.
Ho messo accanto parecchi comunicati stampa di carattere politico dei vari schieramenti e ho sottolineato in rosso e in giallo alcune parti: dicono molte volte la stessa cosa, ma nessuno fa quello che ha dichiarato. Anzi avviene il contrario. Roba da matti!
Guardiamo i deputati uscenti: Roberto Ammatuna(PD?), Innocenzo Leontini,(PDL?) Orazio Ragusa(UDC), Giuseppe Di Giacomo(PD), Giuseppe Incardona(Grande Sud), Riccardo Minardo(MpA). Fatto salvo il rispetto per la loro dignità di persone e per quanto credono di aver realizzato, non c’è dubbio che a livello di giudizio politico siamo ad appena la sufficienza. Quale “progetto di territorio”, sul piano economico, sociale, culturale, imprenditoriale, turistico hanno portato avanti questi deputati sia sul versante della loro appartenenza politica sia su quello della sinergia interpartitica?
Interrogazioni, mozioni e qualche disegno di legge l’hanno pure fatto, ma sui “nodi problematici” del territorio ibleo quale peso politico ha avuto la loro presenza a Palermo? Hanno cercato di guadagnarsi lo stipendio lavorando in solitudine, senza partiti alle spalle, perché in fondo anche loro sono “vittime e carnefici” di un sistema politico che ha bandito la politica vera per far spazio ad individualismi e personalismi vuoti di quella forza della base che una volta era alle spalle dei leader politici.
A ottobre li rivedremo tutti in campo? Io credo di sì! Ci sarà anche chi dovrebbe, per rispetto di se stesso e degli altri, passare la mano. E, poi, ci saranno altri uomini e donne “riempi lista”, che faranno da cornice. Anche questo è diventato normale. La novità dovrebbe essere il movimento “Territorio”, ma è una “novità priva di novità”: forse Di Pasquale realizzerà il suo sogno di diventare deputato regionale perché ha cavalcato l’antipolitica, ma poi tutto svanirà. Negli anni ’80 Paolo Monello di Vittoria divenne deputato nazionale solo perché cavalcò il problema dell’abusivismo edilizio in Sicilia.
Del movimento fondato da Nello Di Pasquale non posso che dire ciò che già scrissi nel mio libro “Aspettando la politica” (2005) a proposito del Movimento di Raffaele Lombardo: “Il movimento autonomistico di Lombardo è, a mio avviso, solo un’idea, deve diventare progetto politico; la condizione per divenire tale non è certamente quella di andare alla ricerca di gente che non ha trovato spazi politici altrove, o quella di mettere qualche panno caldo alla delusione di personaggi scontenti… Sarà il tempo a dirci se il MpA è l’inizio di una svolta politica del meridione, che saprà affermare l’indipendenza politica delle sue comunità e delle sue classi dirigenti, oppure l’ennesimo tentativo sicilianista destinato ad esaurirsi e a consegnarsi al fallimento …”(pp.111-112) . Credo di aver visto bene! Le prossime elezioni regionali sanciscono infatti la fine del lombardismo. Questo giudizio, espresso nel 2005 sul MpA, mi sento di ri-applicare anche al movimento “Territorio”. Io credo,infatti, che la politica sia altra cosa e che le autocandidature siano l’espressione di un disorientamento generale della politica che non fa sperare in quella rigenerazione dei partiti tanto proclamata, e in quel cambiamento auspicato da tutti gli schieramenti politici, ma ad oggi non ancora praticato. Staremo a vedere!

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