Impianto di biomassa e kartodromo a Modica. La Corte d’Appello conferma sentenza di primo grado(ma c’è la prescrizione)

Confermata dalla Corte d’Appello di Catania la sentenza di primo grado emessa dal Collegio Penale del Tribunale di Modica(presidente Giovanna Scibilia) del 27 novembre del 2008, inerente l’impianto di trattamento bio-massa e la costruzione del kartodromo nelle Cave Gisana Giarrusso Liccio e Zimmardo Bellamagna in territorio di Modica. Una sentenza, quella dei giudici etnei che tiene, però, anche conto della sopravvenuta prescrizione per decorrenza dei termini ma che mantiene gli effetti per l’aspetto civilistico. Il Tribunale di Modica aveva dichiarato la responsabilità di sei dei tredici imputati obbligandoli al ripristino dello stato dei luoghi e l’illegittimità degli impianti. Si chiude, dunque, una vicenda che ha visto i residenti di Cava Gisana e l’Associazione Pro Natura Marina di Modica impegnati in prima linea a difesa del territorio ed evitare che l’impianto di trattamento della bio-massa e il kartodromo fossero realizzati. “Ringraziamo l’avvocato Antonio Borrometi – dice il presidente dell’associazione Pro Sviluppo Marina di Modica, Angelo Iabichino – che ci ha rappresentati, per l’impegno profuso anche in Corte di Appello, a difesa delle nostre ragioni. Adesso che la vicenda è chiusa il nostro impegno sarà di lavorare con sinergia affinché si porti a termine la realizzazione del parco Cava Gisana già al vaglio dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana. Il nostro obiettivo è tutelare Cava Gisana nel rispetto delle regole e della legalità”. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e di violazione del Piano Regolatore Generale in materia di inedificabilità e di deturpamento della macchia mediterranea, ma anche di violazione dei vincoli paesaggistici ed idrogeologici. La pena maggiore era stata inflitta all’allora responsabile dello Sportello Unico del Comune di Modica, Giuseppe C. condannato a sei mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per l’identica durata della pena, ad Antonino D.R., Ignazio M. e Graziella C., modicani, a tre mesi di arresto e ventiduemila euro di ammenda ciascuno; due mesi di arresto e ventiduemila euro di ammenda per Ignazio A. e Giovanni C., modicani, anche loro modicani.

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