Modica, Colombo e Nigro: “Il sindaco chieda scusa all’intero consiglio comunale”

Il Sindaco Antonello Buscema troppe volte ha tentato di nascondere che la maggioranza non è mai esistita. Paolo Nigro e Michele Colombo, consiglieri Comunali di Territorio a Modica, elencano una serie di circostanze che intendono dimostrare in modo inoppugnabile quanto asseriscono.
“Intanto – dicono – è certo che il dovere di garantire il numero legale è sempre della maggioranza; con troppa spigliatezza (poco più di 5 minuti dall’orario convenuto) nella seduta incriminata è stato chiamato l’appello e verificata la mancanza del numero legale; il blitz sbrigativo anticonsiglio quasi certamente nasconde “mal di pancia” fra i vari livelli istituzionali della “cosiddetta maggioranza”; l’organo rappresentativo dell’intera Città di Modica, il consiglio comunale cioè, è stato privato della visibilità e della informazione nei confronti dei Cittadini allorquando non si è più consentita la ripresa televisiva dei lavori consiliari, mentre nel contempo sono stati ampliati a dismisura “comunicazione e marketing” del Sindaco; si evidenzia come piccata la risposta, a distanza di tempo, al Presidente Scarso che rimproverava all’Amministrazione il non riconoscimento del ruolo del consiglio comunale. Dopo avere volutamente ed a più riprese “espropriato il consiglio comunale delle prerogative e delle attribuzioni di Legge”, Antonello Buscema chiede al consiglio di “avere rispetto di se stesso” sol perché alcuni consiglieri, e non pochi di maggioranza, sono arrivati in leggerissimo ritardo, quando anche nel recente passato, in ragione della Sua convenienza del momento, i tempi di attesa sono stati di gran lunga superiori a quelli “canonici”.
Quando meno te lo aspetti arriva la “stilettata alla nuca da parte del Sindaco”, di chi invece dovrebbe “vergognarsi per le accuse infamanti rivolte al massimo consesso”: … effetto boomerang. Se il Buon, si fa per dire, Antonello Buscema – proseguono non “chiederà scusa” all’intero consiglio comunale, saremo costretti a ricordargli le Sue prevaricazioni nei confronti del consiglio medesimo”.

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