Inchiesta “Modica Bene”, la Procura impugna la sentenza di assoluzione.

Il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio,  impugna la sentenza assolutoria del processo “Modica Bene”. Dopo avere letto le  motivazioni addotte dal Gup, Patricia Di Marco che aveva assolto tutti gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, ha ritenuto che ci siano le condizioni per appellarsi ma sembrerebbe, addirittura, intenzionato a chiedere la riapertura delle indagini. Secondo il capo della magistratura inquirente modicana era necessario, durante la fase dibattimentale, ammettere l’audizione dell’imputato Bruno Arrabito, richiesta che fu rigettata, perchè dall’escussione di quest’ultimo sarebbero potute scaturire nuove prove, soprattutto riguardo presunte registrazioni che Arrabito avrebbe effettuato all’interno di due bar di Modica e una in aeroporto e non a casa sua. Bruno Arrabito, secondo il Procuratore Puleio, potrebbe avere un ruolo importante per le eventuali nuove indagini ma ritiene, oltremodo che la sentenza di primo grado sia limitata viste le prove prodotte dall’accusa. Il Gup lo scorso 28 novembre aveva assolto coloro che avevano scelto il giudizio abbreviato, ovvero l’ex parlamentare dell’UdC. Peppe Drago, il fratello Carmelo Drago, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi,l’ex segretario provinciale dell’UdC, Giancarlo Floriddia, il consigliere comunale, Giorgio Aprile(all’epoca assessore)e il consigliere provinciale, Vincenzo Pitino, mentre per gli altri, giudicati col rito abbreviato si era espresso per il “non luogo a procedere”. L’indagine, riguardava il periodo compreso tra l’ottobre 2003 e fino al settembre 2007, ed era stata condotta dalla Guardia di Finanza di Ragusa, coordinata dall’allora Procuratore della Repubblica, Domenico Platania. Il dottore Puleio, all’esito della lettura della sentenza aveva annunciato di valutare se impugnare i provvedimenti all’esito del deposito della loro motivazione con particolare riferimento alla “spiegazione della documentazione bancaria, dalla quale risultavano cifre elevatissime transitate(per la più parte in contanti)nei conti correnti riconducibili agli imputati, in particolare a Peppe e Carmelo Drago, a Gabriele Giannone, Carmelo Leone, Giorgio Aprile e Massimo Arrabito.

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