IL NUOVO SALVATORE DELLA SICILIA SI CHIAMA RAFFAELE. La riflessione di Ballarò

Quando un uomo ha nel proprio dna la voglia di sacrificarsi per il bene comune, nulla lo ferma, perché questo dono di donarsi per gli altri risulterà più forte d’ogni tentativo per bloccarlo.
E così l’attuale Governatore della Sicilia, fondatore e leader del movimento per le autonomie mai applicate nella nostra Regione, al recente congresso nazionale del mpa, annuncia l’archiviazione del partito ed anticipa che il nome che sostituirà il movimento per le autonomie potrebbe essere “partito dei siciliani”.
Mi permetto di suggerire che potrebbe rendere meglio l’idea se venisse chiamato “partito degli amici siciliani”.
Questi sono gli uomini di cui la Sicilia ha bisogno, politici votati al sacrificio, uomini che nemmeno un’indagine per concorso esterno e voto di scambio politico-mafioso riesce a far uscire di scena; professionista della politica che a 62 anni agisce come se nel mandato dal quale sta per dimettersi, avesse cambiato l’isola in un’oasi di pace e di ricchezza e parla di prospettive come fosse un trentenne infervorato dall’idea di cambiamento del mondo. Ma anche se dovesse uscire di scena, lascerà certamente un’impronta nella storia politica regionale per la montagna di debiti che è riuscito a mettere assieme e per aver fatto conquistare alla Sicilia un primato nel numero di dipendenti regionali e dirigenti; uno psichiatra che sta facendo impazzire tanti altri politici nazionali per la sua capacità di sistemare un numero così elevato di persone che altre Regioni possono solo sognare, anche se gli altri suoi colleghi non scherzano mica in fatto di sistemare amici disoccupati.
Il nostro Salvatore si chiama Raffaele. Egli avverte la necessità che il nascituro partito dei siciliani debba essere plurale, fermo restando che la sua leadership è fuori discussione e conta di potersi collegare ai movimenti che negli ultimi anni stanno riscuotendo successi, dimenticando però che tali movimenti sono nati proprio per le malefatte della politica regionale e nazionale.
Ma cosa potremmo fare noi siciliani per contribuire a mandare a casa un uomo così altruista e fargli godere il meritato riposo ?
Chi può faccia qualcosa, non passiamo sempre per i soliti profittatori che non mostrano gratitudine per chi ha già dato tanto per il bene comune. Evitiamogli ulteriori sacrifici !

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