Processo bis per la morte di Don Rosario Basile. Modica, gli infermieri sotto accusa. il giudice si dichiara incompetente

ll processo-bis per la morte di Don Rosario Basile, in carica nella Parrocchia Maria Santissima della Catena, s’impantana per una importante formalità. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, ha dovuto, infatti, restituire, infatti, gli atti al presidente Giuseppe Tamburini, dichiarandosi incompetente poiché aveva già celebrato l’altro procedimento conclusosi con una condanna e un’assoluzione. Imputati, in questo caso, sono due infermieri dell’Ospedale Maggiore in servizio nella divisione del presidio sanitario di Via Aldo Moro quando fu ricoverato l’anziano sacerdote a seguito di un incidente stradale. Sono gli stessi contro i quali erano state lanciate accuse pesanti anche da un parrocchiano, che la notte aveva assistito il parroco in corsia. I due operatori sanitari appresero nel corso del primo processo a carico dell’investitrice e di un medico, di essere indagati(per questo si avvalsero, nella qualità di testi, della facoltà di non rispondere). Sono difesi dagli avvocati Raffaele Rossino e Francesco Riccotti. Le parti, L.Q. e G.A., compariranno davanti ad un nuovo magistrato il prossimo 18 febbraio. La sera prima della morte, il sette dicembre 2006, Padre Rosario Basile era stato vittima di un incidente, avvenuto in Via Gerratana. Il 14 gennaio 2007, la Procura fece riesumare il cadavere per l’autopsia. Un parrocchiano aveva accusato, infatti, anche gli infermieri raccontando che quando il prete lamentava dolori gli avrebbero “suggerito” di pregare e non avevano ritenuto necessario chiamare il medico di turno nella divisione.

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