Incardona: “Il solo essere conterranei di Paolo Borsellino deve essere un motivo d’orgoglio per tutti i siciliani”

Sono trascorsi vent’anni dalla tragedia che si consumò in via Mariano D’Amelio, quando il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta persero la vita a seguito di una terribile esplosione avvenuta per mano mafiosa. La morte del magistrato provocò un moto di sdegno in tutta Italia e intensificò ancora di più il fronte della lotta alla criminalità organizzata.
Parecchi passi in avanti sono stati compiuti nella lotta alla mafia e sull’esempio di Paolo Borsellino molti uomini delle istituzioni, politici e semplici cittadini hanno portato avanti i valori da sempre predicati dal valoroso magistrato: coerenza, legalità e senso dello Stato.

“La Sicilia é tristemente nota nel mondo per la mafia – ha affermato il deputato di Grande Sud Carmelo Incardona, già presidente della commissione antimafia all’Assemblea Regionale Siciliana – ma occorre doverosamente sottolineare che la maggior parte di coloro i quali sono caduti combattendo la criminalità organizzata sono siciliani. Siamo un popolo orgoglioso e fiero di aver dato i natali a tantissimi eroi che in silenzio hanno contribuito a sconfiggere le consorterie mafiose. Consorterie dalle quali la politica in primo luogo deve tenersi lontana per dare l’esempio a tutti i cittadini”.

“Da figure integerrime nell’esercizio del loro dovere, come quella di Paolo Borsellino, occorre prendere esempio per una rinascita sotto il segno della legalità. Falcone e Borsellino devono essere i nostri eroi non solo ogni 23 maggio e ogni 19 luglio, ma soprattutto nella vita di ogni giorno”.

“I 57 giorni che Paolo Borsellino trascorse tra la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone e l’attentato che gli costò la vita – ha proseguito l’onorevole Carmelo Incardona – rappresentano l’estremo atto d’amore di un uomo profondamente attaccato ai suoi valori e al suo lavoro. Avrebbe potuto lasciare tutto, invece convinto comunque di essere “un cadavere che cammina”, come egli stesso affermò, continuò imperterrito a compiere il proprio dovere per mettere alla sbarra boss e sodali. Il 19 luglio deve essere il giorno del ricordo e della riflessione per onorare la memoria di uomini straordinari, continuando sul loro solco affinché tutto il sangue che ha inondato la nostra isola non sia vano”.

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