Ispica, è ancora mistero sull’aggressione al giovane Scapellato

Non è stato necessario, al momento, nessun intervento chirurgico su Alessandro Scapellato, il ventitreenne ispicese, aggredito selvaggiamente nella casa rurale dei genitori di Contrada Cavafico sulla Ispica-Pachino. I medici dell’Ospedale Cannizzaro di Catania dove il giovane è stato trasferito giovedì pomeriggio in elisoccorso sono cauti ma, nonostante mantengano la prognosi riservata, ritengono che la vittima non sia in pericolo di vita. Scapellato si era recato intorno alle 13 di giovedì nella struttura di campagna dove custodisce dei cani per portare da mangiare. I genitori lo avevano atteso per il pranzo, poi trascorse alcune ore, erano andati a cercarlo e lo avevano trovato intorno alle 18,30, in uno sgabuzzino, esanime e in una pozza di sangue, con una seria ferita alla testa. Si è pensato ad un colpo inferto con un’ascia, ma questa ipotesi pare debba rientrare poiché le indagini ricondurrebbero, invece, ad un colpo inferto con una tavola di legno. I carabinieri non escludono nessuna ipotesi e, quindi, nemmeno quella del tentato omicidio commesso da gente che magari si era introdotta per rubare nella villetta e che sarebbe stata scoperta da Alessandro Scapellato appena giunto sul luogo. A questo punto si spera in una veloce ripresa del giovane, l’unico che potrà chiarire come sono andati i fatti. Ovviamente bocche cucite da parte dei carabinieri. La vicenda ha scosso la comunità ispicese che manifesta preoccupazione e paura poiché essa fa il palio con l’omicidio del due giugno scorso, quello del polacco Bogdan Wieslaw Drewniak, 53 anni, che ha parecchie analogie con l’episodio di giovedì: la villetta in periferia, il presunto tentato furto, la ferita alla testa. Se fosse confermata questa ipotesi, si potrebbe pensare che esiste una banda che agisce con crudeltà e con le stesse modalità. Il polacco, custode di una villa in contrada Porto Ulisse di proprietà di un noto imprenditore ispicece, era stato trovato all’interno della villa che aveva in custodia da qualche mese col cranio fracassato da un corpo contundente e sulla cui morte non si è fatta ancora luce in quanto la magistratura inquirente sta indagando attendendo gli esiti dell’esame autoptico.

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