Frattura tra Comune di Modica e Art.Gest.

Ieri sera il Comune di Modica, in qualità di socio di maggioranza dell’Art.gest, ha manifestato la volontà di avviare le procedure per la liquidazione della società.
A seguito delle dimissioni di alcuni soci e del Consiglio di Amministrazione, ieri era stata infatti convocata l’assemblea generale per valutare come procedere ed eventualmente per andare al rinnovo delle cariche, ma i rappresentanti delle imprese hanno deciso di non presentarsi, vanificando gli sforzi che l’Amministrazione ha fatto in questi anni per dare una prospettiva di gestione efficiente alla Zona artigianale modicana.
Tenuto conto però che questi sforzi sono stati fatti ad esclusivo beneficio delle imprese, nel momento in cui viene evidentemente meno il loro interesse a questo tipo di prospettiva, viene meno anche la nostra ragione di insistere in questa direzione. Prendiamo atto – dicono il sindaco, Antonello Buscema, e l’assessore Nino Frasca Caccia – della scelta delle imprese insediate di non credere più nell’utilità di questo strumento, che loro stessi in anni passati avevano chiesto a gran voce, se per garantirgli un futuro non si sono dimostrati disponibili a investire nemmeno la piccola somma che era necessaria per coprirne le spese di funzionamento.
Va ricordato che questa Amminisirazione, appena insediata, non ha sostituito il cda precedente, dimostrando sempre di non intendendere questa società in chiave politica, ma solo nella chiave del suo migliore funzionamento e sempre in sinergia con la Cna e le imprese.
Ma va ricordato pure che è stato solo il nuovo Presidente – che, di comune accordo con la Cna e i soci, era stato nominato all’esterno per garantirne la competenza e l’impegno costante, dato che nessuno degli insediati avrebbe potuto dedicarvisi a tempo pieno – a realizzare in sei mesi ciò che era rimasto irrealizzato per anni: far decollare l’Art.gest, approvarne in tempo i bilanci, fare in modo che i canoni pagati dagli insediati andassero direttamente alla società piuttosto che passare dalle casse dell’Ente, garantendo così che le somme fossero impegnate direttamente per i servizi.
Con queste premesse eravamo sicuri che non solo questi servizi sarebbero stati immediati ed efficienti, ma anche che le spese di gestione sarebbero state coperte mettendo a reddito il centro servizi e gli altri beni della società, arrivando anzi molto presto a poter realizzare degli utili.
Evidentemente i soci non sono stati dello stesso avviso e l’Amministrazione non può far altro che rispettare questa scelta, pur non potendo fare a meno di considerarla anche miope: incapace cioè di guardare, con minimi investimenti a medio e lungo termine, al futuro dello sviluppo produttivo della Zona artigianale in particolare e della città in generale.

Non ci interessa indagare se le ragioni addotte per preferire questa direzione siano vere o semplicemente pretestuose, non ci interssa nemmeno sapere se e quali altri scopi sottende questo vero e proprio boicottaggio dell’Art.gest, peraltro irrispettoso nella forma e nei modi nei confronti del Comune e del sindaco, sempre disponibile a un conto franco e leale.
Ci interessa solo chiarire sin d’ora che questo strumento era l’unico consentito dalla legge attraverso il quale le imprese potevano provvedere alla gestione in proprio dei servizi della Zona artigianale e che qualunque ipotesi di sperimentare altre forme di gestione sarà semplicemente illusoria.
Da questo momento, dunque, le imprese dovranno anche adeguarsi ai tempi e alle difficoltà finanziarie e burocratiche del Comune e questo rammarica innazitutto noi, che ci eravamo impegnati a cercare invece le soluzioni più efficaci affinchè i servizi fossero all’altezza di sosterne il lavoro e la crescita”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa