L’OSSERVAZIONE DAL BASSO………… DI DIRETTORE. PENSIERI E GIOCHETTI POLITICI D’ESTATE

Tra un’impennata ed una caduta di spread in questa estate calda e afosa, i nostri politicanti, tra un bagno ed un altro, un tuffo in piscina ed una cena in ristorante, visto che il 31 luglio hanno incassato la seconda trance milionaria dei rimborsi elettorali, fanno giochetti estivi in vista di alleanze per le prossime elezioni di primavera.
L’Italia è davvero il paese delle costanti anomalie. Mentre i professori governano con il sostegno di convenienza di ABC(Alfano-Bersani-Casini) che ha portato l’Italia sul lastrico, gli ultimi due, Bersani e Casini sono impegnati a trasformare ABC in BCV, ossia Bersani, Casini e Vendola per il bene del Paese, dicono. Del Paese o dei loro sederi? Sicuramente dei loro sederi! Il quadro dovrebbe essere questo: Io – dice tra sé Casini – vado da solo alle elezioni, cerco di portare a casa il voto quanto più ampio dei cattolici moderati, dopo faccio un governo con Bersani Presidente del Consiglio; Bersani – raggiunto l’obiettivo – appoggia la candidatura di Casini a Presidente della Repubblica; a Vendola e a Rosi Bindy – dicono tra loro Bersani e Casini, diamo la Presidenza della Camera, al primo, la Presidenza del Senato, alla seconda. Perfetto! Affare fatto! Le poltrone sono state piazzate.
Casini “il furbo”, che conosce bene la “politica dei due forni” di democristiana memoria, per il bene del Paese si immola dimostrandosi disponibile anche e “vendersi l’anima” e a cambiare idea sui cosiddetti “temi etici sensibili e non negoziabili” da lui sempre difesi. Ma ne vale la pena, perché la poltrona del Quirinale è troppo appetibile.
Ma in casa PD, non tutti ci stanno a questo giochetto. L’ex presidente del Consiglio D’Alema dice tra sé: perché non io al Quirinale? Diamo a Casini la poltrona di Premier, lo facciamo governare un paio di anni e poi lo mandiamo a casa, come da copione del I e del II Governo Prodi, e lo sostituiamo con Bersani. Ma Casini, da furbo, dice tra sé: conosco questo film, meglio il Quirinale così mi assicuro un settennato tranquillo con tutti i privilegi del caso. Lascio il posto a Bersani.
Sull’altro fronte tutto è sospeso tra Berlusconi sì, Berlusconi no. Il capo una volta dice che si candida, una altra volta che bisogna riflettere. Si cerca un nuovo nome per il partito. C’è chi tesse con la Lega, chi con l’UDC per farlo rientrare nei ranghi.
Ci sono poi i “non allineati”: i repubblicani di Nucara, l’Unione di Centro di Pionati, la DC di Rotondi, i Liberal democratici di Giovanardi, e tanti altri gruppi e gruppetti che si riconoscono nell’area moderata del centro destra, pronti ad andare con il centrodestra. Questi stanno tutti verificando lo stato delle poltrone con il PDL.
Fra i non allineati anche l’API di Rutelli, il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo, L’Italia dei Valori di Di Pietro, e i “Mille per l’Italia”, ex Futuro e Libertà, di Gianfranco Fini, che nella prossima legislatura, se nessuno lo imbarca, farà la fine dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. Un quadro politico veramente esaltante, frammentato, individualistico e personalistico, dove ciò che prevale è l’assenza della politica e la conservazione di se stessi.
Insomma, mentre la crisi economica continua a travolgerci, i leader politici pensano come continuare a restare in sella, si fanno i conti in tasca su come fare la nuova legge elettorale come se nulla fosse accaduto, studiano come restare in Parlamento ancora per almeno un altro ventennio.
Ma questi, forse, sono pensieri cattivi ed esagerati, di chi pensa male dal basso, perché lì , in alto, le cose stanno diversamente: tutti i leader politici sono impegnati per il nostro bene, stanno sudando sette camicie per salvare l’Italia e a noi non resta che dire loro: grazie!!

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