Incardona: “Torbidi interessi dietro gli incendi nel trapanese e una meraviglia naturale andata completamente distrutta”

Il vasto incendio che ha coinvolto una delle zone più affascinanti della Sicilia occidentali, come la Riserva dello Zingaro, ha lasciato ancora tanto amaro in bocca per un’azione dolosa alimentata indubbiamente da interessi particolari che hanno calpestato indegnamente la natura. Il tenace lavoro dei Vigili del fuoco, della Protezione Civile, della Forestale e dei volontari ha permesso di limitare, per quanto possibile, gli ingenti danni ma un dato di fatto resta incontrovertibile: la Riserva dello Zingaro non esiste più. I percorsi turistici, le cale avveneristiche, e i musei all’interno della Riserva restano soltanto un ricordo e l’indignazione, per un atto così vile e inqualificabile, è palpabile.
“Interessi torbidi si annidano dietro gli incendi – ha dichiarato il deputato di Grande Sud Carmelo Incardona – che con puntualità elvetica durante il periodo estivo distruggono gran parte del nostro patrimonio boschivo. Confidiamo nel lavoro della magistratura trapanese che ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando una regia unica dietro i vari incendi che hanno devastato i paradisi naturali della Sicilia occidentale. L’unica via, oltre una vigilanza serrata del nostro patrimonio, è quella dell’inasprimento delle pene per i criminali che ogni estate distruggono e mettono in ginocchio la natura siciliana, facendo tra l’altro rischiare la vita agli operatori che lottano contro le fiamme e ai cittadini che abitano nelle zone limitrofe al divampare dell’incendio”.

Proprio oggi è arrivata la notizia della riapertura di ampie zone della Riserva dello Zingaro e il deputato di Grande Sud ha espresso “il più vivo apprezzamento per una rinascita che deve partire da atti concreti, d’altronde la Sicilia, seppur spesso funestata da gravi sciagure e da devastazioni causate da chi vuole il male dell’isola giusto per il proprio tornaconto, ha sempre avuto la forza di rialzarsi e lo Zingaro deve essere il paradigma di una nuova primavera siciliana”.

L’analisi dell’onorevole Carmelo Incardona si è spostata sui numeri e sulle soluzioni da poter attuare.
“La Sicilia ha un patrimonio boschivo non estesissimo – ha spiegato il deputato di Grande Sud – eppure la spesa ammonta a circa 400 milioni di euro, quasi 1500 euro per ogni ettaro di bosco. Per non andare lontano la Regione Campania ne spende 400. I confronti con nazioni come la Norvegia sono sconcertanti: essa affida la difesa dei suoi boschi a un esercito di 19000 uomini, la Regione Siciliana a 24.000 forestali. Devono emergere, grazie al lavoro degli inquirenti, i registi di queste operazioni vigliacche che danneggiano un’intera regione: ci vorranno infatti anni e anni per far rifiorire la macchia mediterranea andata distrutta”.

“Non si possono più tollerare simili scempi – ha proseguito l’onorevole Incardona – e l’incendio dello Zingaro sia da monito severo per il futuro. Occorre una seria politica di prevenzione che sappia prendere anche decisioni impopolari ma che, per dirla con Micciché, derattizzi una Regione avviluppata dalla morsa delle clientele, Altrimenti si andrà incontro a una sconfitta collettiva di dimensioni epiche e anche il nostro splendido patrimonio rimarrà un potenziale inespresso”.

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