ELEZIONI IN SICILIA PER UNA POLITICA CULTURALE ED ECONOMICA

Si auspica che la cultura possa avere i piedi per camminare, se si vuole veramente incidere sulla società, sul suo cambiamento e crescita! Un auspicio questo difficile da realizzare, ma necessario anche per la crescita di un territorio come quello nostro, ibleo, e siciliano in genere. Oggi, se si parla di cultura, tutti fanno un risolino, affermando che la crisi non può lasciare spazio ad altro che:all’economia ad esempio. Eppure siamo convinti che non ci possa essere crescita, se non si interviene anche sulla cultura di un popolo, bene immateriale e materiale allo stesso tempo.
Un territorio si esprime soprattutto attraverso la sua storia, i suoi contatti e scambi, il suo sistema scolastico, la sua forza di idee e pensiero, e non solo attraverso l’economia che lo contraddistingue. Il nostro territorio siciliano ha dato i natali a uomini come Pirandello, Sciascia, Consolo, Bufalino, Vittorini, Brancati, Camilleri, per citarne alcuni, che, con i loro scritti, lo hanno fatto conoscere ed amare in tutto il mondo. La millenaria storia ha visto la nostra terra sotto il dominio di tanti popoli, che hanno lasciato tracce indelebili, dai Greci, ai Romani, agli Arabi, ai Normanni, agli Spagnoli, nell’architettura, negli usi, nei costumi, nella cucina. Quanti i Beni culturali, testimonianza di tanta storia! La valorizzazione di questi, nei fatti e non nelle parole, porta ricchezza, in termini di turisti che li visitano, quello che definiamo turismo culturale. I beni sono una ricchezza che non si può quantificare in soldi, in economia, ma in appartenenza ideale ad una terra da amare per ciò che significa. I beni, nella loro fruizione, appartengono all’umanità, che li fa rivivere.
Ecco perché tutto questo patrimonio necessita di un’adeguata politica culturale, che passa dalla scuola, da un’educazione al bello, alla conoscenza da parte dei giovani della loro terra, da un’educazione al rispetto e alla legalità: la mafia è il neo che affligge l’isola, e i giovani devono essere educati alla legalità, non solo perchè le società, gli imprenditori non investono sul territorio per paura di rimetterci e di doversene andare.
Oggi, alle soglie dell’elezione del Presidente della Regione e delle coalizioni che lo appoggiano, dobbiamo chiederci chi potrà essere il candidato ideale che , oltre a dover risanare l’economia, sia in grado di rispondere adeguatamente, per capacità e per sensibilità, alle richieste di un Progetto di legalità, economico e culturale, che possa far risorgere la Sicilia da questa impasse, in cui versa allo stato attuale. La scelta, quindi, deve essere oculata e non sull’onda delle facili critiche demagogiche, che distruggono e non prospettano reali cambiamenti, ci riferiamo ai grillini, che, fra l’altro, dove amministrano, non hanno dato ancora esiti positivi.

 

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