L’OSSERVAZIONE DAL BASSO ……………..DI DIRETTORE. IN TEMPO DI ELEZIONI, IL SUSSEGUIRSI DI SCANDALI PER I RIMBORSI ELETTORALI SCORAGGIA AD ANDARE A VOTARE

Un altro scandalo legato ai rimborsi elettorali è scoppiato in questi giorni. Ha coinvolto, a Roma, un consigliere regionale del PDL, che è stato già espulso dal partito, aggiungendosi a quanto già accaduto nel PD, con Lusi ex Margherita, nella Lega di Bossi e a quanto potrà ancora spuntare all’orizzonte. Si rimane esterrefatti per il modo in cui questi rimborsi vengono utilizzati alla faccia degli italiani.
Di fronte a tutto ciò, la tentazione è di non andare a votare. Ma alcuni dicono che è sbagliato. E forse hanno ragione. Ma, mi chiedo: se tutti i partiti che incassano lauti rimborsi, ossia PDL, PD, IDV, SEL, LEGA, UDC, non fanno nulla per evitare questi scandali, e continuano invece a intascare regolarmente denaro perché la legge è stata fatto “da” loro “per” loro, e intanto i cittadini continuano a votarli, quale risultato si ottiene? E se per ipotesi ci fosse un ammutinamento generale e nessuno andasse davvero a votare, che cosa farebbero tutti questi signori?
Dopo gli scandali avrebbero dovuto, e potuto, dare un segnale importante al Paese, rinunciando ai rimborsi, ma visto che ciò non è accaduto, basterebbe questo per non andare a votare. Basterebbe ancora consultare il libro “Partiti S.p.A” di Paolo Bracalini, (Ponte alle Grazie, pp.352m, € 14) per sentire i brividi sulla pelle al leggere le seguenti cifre distribuite ai partiti: 500 milioni di euro ai partiti per ogni legislatura, tra Camera e Senato; 200 milioni per le elezioni regionali, 230 milioni di euro per le europee. Solo di rimborsi elettorali, dal 1994 ad oggi, siamo ad oltre 2,7 miliardi di euro, ai quali vanno però aggiunti i 70 milioni di euro destinati ai gruppi parlamentari e gli altri milioni investiti per i giornali di partito.
La cosa paradossale – come si evince dal libro di Bracalini – è che i partiti ricevono cifre astronomiche per i rimborsi elettorali, mentre le spese elettorali effettive sono inferiori.
Prendiamo in considerazione i partiti che sostengono Monti. Per esempio, nel 2010, anno delle elezioni regionali, il PDL ha speso 20 milioni di euro per la campagna elettorale, mentre riceverà un rimborso in cinque rate annuali da 10,6 milioni per un totale di 53 milioni di euro, due volte e mezzo la spesa sostenuta. Il PD di Bersani per le regionali del 2010 ha speso 14 milioni di euro, mentre ne riceverà in cambio 51 milioni dallo Stato, più del triplo. La Lega, ora all’opposizione, ha speso, sempre nel 2010, 6 milioni, ma dalla Roma ladrona ne incassa 25 milioni. L’UDC di Casini non scherza. Per le regionali del 2010 ha speso 6 milioni di euro, mentre il rimborso è di 11 milioni di euro, quasi il doppio.
Dal 1999 al 2008 centrodestra e centrosinistra, sempre in disaccordo su tutto, sono stati d’accordo invece su una cosa: mungere soldi ai cittadini facendo lievitare del 1.110 per cento i rimborsi elettorali. Oltre 2.700 milioni di euro dal 1994 ad oggi: tanto sono stati versati ai partiti a titolo di rimborsi pubblici. Quasi 600 milioni solo per i due partiti maggiori PD e PDL, dal 2008 ai nostri giorni. Ci troviamo di fronte ad una montagna di soldi cui sono ancora da aggiungere stipendi dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali, vitalizi, “assegni di reinserimento”, spese di affitto sostenute da camera e Senato per ospitarli, milioni per i giornali di partito, costi di auto blu. Insomma, una legislatura costa ufficialmente agli italiani 500 milioni di euro e visto che nell’arco dei cinque anni vengono rimborsate anche le elezioni europee e regionali, si arriva ad una cifra di 190 milioni di euro l’anno. Roba da far girare la testa!
Un ultimo dato impressionate è quello che viene dalla Corte dei conti. Dei 2.253.612.233 euro di rimborsi elettorali, i partiti hanno in realtà speso, per le campagne elettorali dal 1994 al 2008, circa un quarto. Le ultime elezioni, quelle del 2008, sono costate ai partiti 110 milioni di euro di campagne elettorali, ma allo stato sono costate cinque volte di più in rimborsi. E’ come se un’azienda, per rimborsare un viaggio di 100 euro ad un proprio dipendente, ne pagasse 500. In pratica, sono stati regalati 1.674,607.849 euro ai segretari di partito, senza che questi li avessero mai spesi. E ancora hanno il coraggio di mostrarsi in pubblico! Lo so che non andare a votare non è una soluzione ai problemi, ma di fronte a queste cifre la tentazione di rimanere a casa è troppo forte.

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