LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

C’è un canale, chiamato tunnel carpale, localizzato al polso, formato dalle ossa carpali, dove passano strutture nervose (nervo mediano), vascolari e tendinee (tendini muscoli flessori delle dita). Si è visto che i lavori ripetitivi, sia in presenza (rischio più elevato) che in assenza di applicazione di forza elevata, provocano un aumento della pressione all’interno del tunnel carpale e che il ripetuto allungamento dei nervi e dei tendini, che scorrono dentro il tunnel, possono dar luogo ad una infiammazione, che riduce le dimensioni del tunnel, determinando la compressione del nervo mediano. Ne risultano più spesso colpiti gli addetti al settore manifatturiero, elettronico,tessile, alimentare, calzaturiero,pellettiero, come pure gli addetti al confezionamento pacchi, cuochi di albergo, gli addetti ai pubblici esercizi. Anche alcune malattie sistemiche possono essere associate alla sindrome del Tunnel Carpale, come il diabete mellito, l’artrite reumatoide, come pure situazioni fisiologiche, la gravidanza, l’uso di contraccettivi orali, la menopausa, i traumi, le artriti e l’artrosi deformanti. L’incidenza di questa patologia è circa tre volte più elevata nella donna e in circa il 70% dei casi è bilaterale, con prevalenza della mano dominante.
Quindi, quando vi duole il polso ad ogni movimento, mentre usate il mouse, o vi spazzolate i capelli o muovete semplicemente le dita, molto probabilmente soffrite della sindrome del tunnel carpale.
I primi sintomi si avvertono soprattutto di notte; all’inizio di sente un formicolio alla mano, a causa del quale ci si risveglia bruscamente e che scompare appena si muovono un po’ le dita. Questa prima fase può passare anche inosservata perché si alterna a periodi in cui non ci sono evidenti sintomi.
Man mano che la sindrome progredisce, al formicolio si associa anche un certo torpore che si verifica non solo di notte ma anche durante il giorno; il torpore si trasforma poi man mano in perdita di sensibilità, fino all’impossibilità di effettuare i movimenti più semplici come abbottonarsi, allacciare le scarpe o compiere movimenti precisi con le dita.
Spontanea è la domanda: perché i sintomi sono prevalenti la notte e al risveglio? Verosimilmente le cause sono molteplici: di notte il polso può rimanere a lungo iperflesso o iperesteso determinando così una maggiore pressione all’interno del tunnel carpale, con compressione del nervo mediano; la posizione sdraiata può ridistribuire i liquidi corporei con un aumento di questi agli arti superiori e quindi anche all’interno del tunnel carpale con conseguente aumento della pressione; il riposo stesso della mano non permetterebbe il drenaggio dei liquidi all’interno del tunnel carpale.
Quando il paziente, quindi, riferisce formicolio (parestesie) e/o dolore, spesso irradiato all’avambraccio, prevalentemente notturno o mattutino, la diagnosi di Sindrome del Tunnel Carpale è ritenuta la più probabile.
E’ importante, a questo punto, effettuare l’esame elettromiografico (EMG), che utilizza piccoli aghi, che registrano l’attività muscolare, e l’esame elettroneurografico (ENG) che, con piccole scosse elettriche, valuta la velocità sensitiva e motoria del nervo.
In assenza di trattamento o di cambiamento dell’attività lavorativa, la STC tende ad aggravarsi negli anni. Tuttavia in alcuni casi rimane stazionaria nel tempo. Solitamente, durante i periodi freddi, la sintomatologia si esacerba e migliora durante i periodi caldi, pur non modificandosi la gravità della patologia. Talvolta è sufficiente cambiare modalità di svolgimento dell’attività lavorativa per avere un miglioramento.
Se la sindrome del tunnel carpale è scoperta in fase iniziale, basterà indossare un tutore anche solo di notte. Il tutore ha il compito di tenere bloccato il polso, lasciando comunque in libertà le dita, in modo che la mano non subisca tensioni e resti al riposo. Utili possono essere sedute di ultrasuoni, ionoforesi, laser, che possono migliorare i sintomi, i farmaci antinfiammatori non steroidei hanno scarsa efficacia, i farmaci steroidei hanno efficacia limitata nel tempo Anche le infiltrazioni sono efficaci sui sintomi, ma con due grossi “effetti collaterali”: un danno fibrotico del nervo e il rischio che il paziente posticipi troppo l’intervento con esiti permanenti.
Se invece l’utilizzo del tutore non dà i risultati sperati oppure la sindrome è già in fase avanzata, si rende necessario l’intervento.
Solitamente questo viene effettuato in day hospital e in anestesia locale, dura circa 15 minuti ed elimina completamente il dolore. Dopo l’operazione è consigliabile non sollecitare la mano per circa 1 mese. Il recupero della funzionalità della mano proporzionale ai sintomi e alla loro severità; questo è il motivo per cui quando si sospetta questa sindrome è meglio rivolgersi subito allo specialista.

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