La pillola dei 5 giorni dopo. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

E’ disponibile in Italia dal 2 aprile scorso un nuovo farmaco contraccettivo d’emergenza, da assumere fino a cinque giorni dal rapporto a rischio di gravidanza indesiderata.
La nuova pillola può essere venduta solo dietro ricetta medica e dopo aver eseguito un test di gravidanza sulle urine che dovrà risultare negativo. Se presa entro 24 ore dal rapporto a rischio è fino a tre volte più efficace della pillola del giorno dopo e due volte più efficace se assunta entro 72 ore, ma potrà essere assunta fino a 5 giorni dopo il rapporto non protetto (120 ore).
Si è visto che la pillola ha un ottimo profilo di tollerabilità e sicurezza, al pari di quello della pillola del giorno dopo. Ma come agisce? Di fatto, non è ne un metodo abortivo ne un contraccettivo di routine. Il meccanismo d’azione principale è quello di inibire o ritardare l’ovulazione. In sostanza, riduce la possibilità di incontro dell’ovulo e degli spermatozoi, rendendo potenzialmente non fertile il rapporto a rischio. La nuova pillola va assunta il prima possibile e non oltre le 120 ore dal rapporto non protetto, subito dalla donna in condizione di violenza o di costrizione oppure nel caso in cui la donna sia consapevole di un “errore” nell’uso di un altro metodo contraccettivo( ad esempio quando la donna ha dimenticato di assumere 2 o 3 pillole anticoncezionali, o c’è stato un distacco del cerotto, o la rottura del preservativo. Non può quindi, e non deve mai sostituire un metodo contraccettivo di routine. Fin qui le buone notizie e i vantaggi. Ma il dibattito è aperto e vediamo quali sono i temi sul tavolo. In primo luogo l’utilizzo del contraccettivo di emergenza come contraccettivo standard. In verità si registra un significativo incremento del ricorso alla pillola del giorno dopo, soprattutto tra le ragazze che la acquistano su internet bypassando leggi e medici. Quindi un appello alle donne: ”Non acquistate i farmaci su Internet, poiche’ i farmaci venduti online non hanno alcuna garanzia di sicurezza”.
Scarsa educazione sessuale, poca attenzione alle tematiche riguardanti la contraccezione e una sessualità sempre meno consapevole contribuiscono a far sì che l’utilizzo di anticoncezionali di emergenza assuma sempre più le sembianze di un’abitudine scorretta e pericolosa. Io spero che la pillola dei 5 giorni possa rappresentare una preziosa occasione per parlare di prevenzione contraccettiva stabile anche con le giovanissime.
E infine, dei 39 Paesi del mondo in cui è autorizzata la vendita della pillola, solo l’Italia richiede l’obbligo di eseguire un test di gravidanza per assicurarsi che la donna non sia incinta. Niente di particolarmente strano, se al confronto ripensiamo le difficoltà che incontrò la prima pillola anticoncezionale in Italia.
Infatti, messa in vendita negli Usa nel 1960, l’anno successivo sbarco’ in Europa. In Italia arrivò nel 1964, ma poteva essere venduta solo come regolatore del ciclo mestruale e solo alle donne sposate. Bisogna aspettare il 10 marzo del 1971, perche’ sia possibile venderla ufficialmente con contraccettivo, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale che abroga l’articolo del codice penale che vietava la propaganda e l’utilizzo di qualsiasi mezzo contraccettivo.

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