IL FUTURO DI “IBLA BUSKERS” A RISCHIO? PELLIGRA: “TUTT’ATTORNO SI REGISTRA UN CLIMA DI DISPERAZIONE. C’E’ BEN ALTRO A CUI PENSARE CHE NON SALVARE LA PUR PREGEVOLE KERMESSE. LA PRIORITA’? I TEMI DEL LAVORO E DEL SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE”

“Ibla Buskers non si farà più? Pazienza. Cercheremo di sopravvivere lo stesso. Certo che con tutti i problemi che abbiamo (licenziamenti in serie, attività commerciali che chiudono, stipendi ai dipendenti pubblici non pagati, mondo dell’edilizia fermo, associazioni datoriali che scompaiono, sindacati dei lavoratori in evidente difficoltà) sentire che gli organizzatori minacciano di non tenere più la manifestazione stona un po’ con il clima di disperazione che si percepisce tutt’attorno”. E’ controcorrente il commento del presidente dell’associazione politico-culturale “Pensare Ibleo” su quello che sembra essere diventato, da qualche giorno in qua, l’argomento del giorno nei dibattiti della provincia di Ragusa. “Allora, a scanso di equivoci – continua Pelligra – precisiamo subito che si tratta di una manifestazione che in questi diciotto anni ha saputo interpretare al meglio lo spirito di rinascita di Ibla. Una bella manifestazione, senz’altro, ricca di spunti e capace di aggregare visitatori provenienti da ogni dove, con indubbie ricadute anche sul piano turistico. Detto ciò ritengo che la nostra priorità, in questa fase, con tutto il rispetto per Ibla Buskers e di tutte le altre costosissime manifestazioni dell’area iblea, debba essere quella di garantire gli stipendi ai lavoratori, di risanare i Comuni in dissesto, di avviare politiche strategiche per la crescita e lo sviluppo economico di un territorio che sembra essere narcotizzato, incapace di rispondere presente ai colpi contundenti che arrivano dalla crisi economica. Ma perché, piuttosto che battere cassa agli enti locali, che ormai hanno finito la benzina, lo sanno tutti, non si va a cercare aiuto organizzando un valido sistema di raccolta fondi presso le aziende private? Perché non si attiva un sistema (si chiama marketing) che consenta alle varie manifestazioni di poter contare su sostegni non pubblici ma provenienti da realtà imprenditoriali che credono nel progetto? Mi pare di avere letto, nei giorni scorsi, che il patron del memorial “Peppe Greco” (altra manifestazione di grande spessore del nostro territorio provinciale, non meno di “Ibla Buskers”) abbia detto a chiare lettere che per il prossimo anno non se lo sogna neppure di andare a battere cassa ai Comuni. Si rivolgerà ai privati. Ecco, facciano lo stesso gli “amici” di Ibla Buskers. E se non raggiungeranno il budget prefissato, pazienza. Vorrà dire che invece di quattro giorni, faranno durare la manifestazione appena due. Vorrà dire che invece di cinquanta artisti (dico un numero a caso) ne inviteranno venticinque. Tutto potrà servire, insomma, per fare ripartire con una marcia diversa, e soprattutto con sostegni differenti, la manifestazione. Oggi tutto quello che ci circonda è cambiato. E dovrà cambiare pure “Ibla Buskers”. Intanto, io penso, con grande costernazione, a tutti quei lavoratori che, in questi giorni, hanno dovuto dire addio alla loro attività. Ecco, proprio riguardo a queste situazioni dovremmo sfogare la nostra rabbia. Anche perché i senza lavoro, che saranno sempre di più il prossimo anno, almeno se continua l’attuale tendenza, non avranno neppure la voglia, con tutti i problemi che si ritrovano, di andare ad ammirare l’evoluzione di un artista di strada. Facciamo, dunque, ragionamenti più consapevoli rispetto alla situazione che stiamo vivendo. E se ci sarà qualche “sacrificio” da fare, per quanto riguarda le manifestazioni culturali di grande respiro, pazienza. Ma basta con i piagnistei. Se c’è la forza, ci si rimbocchi le maniche. Altrimenti, lasciamo stare. E impieghiamo i pochi soldi pubblici rimasti in aiuti alle famiglie, alle quali ci si rivolge solo in periodo di elezioni”.

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