Modica, processo al “mago” di Solarino. In aula una vittima: “Io costretta a subire abusi sessuali”

Una donna disperata costretta a subire abusi sessuali da parte dall’imputato che doveva curare il marito ammalato. E’ stata la donna ieri mattina a raccontare la vicenda al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, Chiavegatti, Scifo Reda)nel processo contro Nazzareno Puglisi e Lusinda Insolia, entrambi di Solarino, il primo agli arresti domiciliari. L’uomo, 64 anni, fu arrestato dai carabinieri il 30 giugno del 2011 per truffa aggravata e violenza sessuale continuata. Avrebbe ricevuto tutti i lunedì, mercoledì e venerdì nel suo studio al Quartiere Dente(gli altri tre giorni faceva studio a Solarino). La donna, ieri, è stata escussa a porte chiusue ma ha spiegato minuziosamente le “attenzioni” dello pseudo pranoterapeuta. L’uomo avrebbe approfittato delle condizioni psico-fisiche della gente per truffare denaro. Spesso, poi, faceva spogliare le donne-parenti di chi si rivolgeva a lui e le toccava nelle parti intime(prediligeva il seno). In qualche caso, come quello di M.P.B., la teste, avrebbe preteso il rapporto sessuale, rifiutato. Secondo l’accusa avrebbe ingenerato nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario, inducendola a consegnargli in varie soluzioni, in contanti e in assegni, somme non inferiore a diecimila euro, con l’espediente di sottoporre la vittima a sedute fisioterapiche e a riti magici (che Puglisi chiamava “lavoro di occulto”), “Ci diceva che avevamo il malocchio – ha detto ai giudici un anziano -. Io ho pagato complessivamente 7500 euro”. Per i carabinieri ha testimoniato Salvatore Raimondo il quale ha detto che il 3 marzo 2010 si era presentata M.P.B. per denunciare i fatti, Scattò l’inchiesta. “Il marito della donna – ha detto il militare – si era rivolto alla studio di fisioterapia il cui titolare era Salvatore Puglisi, poi deceduto, e al quale subentrò l’imputato. Abbiamo fatto accertamenti bancari ed è emerso che molti assegni della donna erano versati su conto correnti cointestati con Lusinda Insolia. Furono 14 gli assegni in totale, otto non incassati. Totale incassato 1200 euro. La donna avrebbe pagato circa 10 mila euro, gran parte in contanti. La querelante aveva subito abusi da circa quattro anni che sono continuati fino a oltre la denuncia.

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