OPERAZIONE “CHIMERA”. RAGUSA, NUOVI PROVVEDIMENTI PENALI

Nella giornata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa, hanno notificato a Catania, presso la casa circondariale di Bicocca, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il Gip del Tribunale di Catania, Marina Rizza, concordando con quello ibleo, Giovanni Giampiccolo e con quanto richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, rappresentata dal Procuratore Aggiunto, Amedeo Bertone, e dal sostituto Lucio Setola, ha ritenuto necessaria l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti degli indicati soggetti in atto detenuti per Mario Campailla inteso “Mario ‘u checcu”, ovvero “Mario Saponetta”, 50 enne nato a Vittoria ma residente a Comiso, pregiudicato, Francesco Razza, inteso “Franco” o “Franco sapunetta”, 53 enne nato a Vittoria ma residente a Comiso, fratellastro di Campailla, pregiudicato; Salvatore Servo, 38 enne nato a Palagonia ma residente a Comiso, pregiudicato; Massimo Scalambrieri, 25 enne nato e residente a Comiso, pregiudicato. L’esecuzione odierna segue l’operazione portata a compimento il primo ottobre scorso allorquando i soggetti furono sottoposti a fermo di indiziato di delitto poiché gravemente indiziati dei reati di Associazione per delinquere di stampo mafioso, aggravata dal fatto di essere l’associazione armata, estorsione e tentate estorsioni aggravate, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni.

Come si ricorderà, l’accertata escalation della commissione di alcuni gravi reati di natura estorsiva mediante incendi e con l’intento di far uso eclatante di armi – approvvigionate dalla vicina Calabria-, oltre al pericolo di fuga giustificato da alcune conversazioni intercettate dalle quali si capiva che alcuni sodali erano pronti alla latitanza, determinava sostanzialmente l’esigenza da parte della Procura Distrettuale di Catania e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa di ricorrere a fermi di indiziato di delitto, atteso il grave pericolo che l’attività del sodalizio stava determinando per la pubblica incolumità.
L’attività investigativa consentiva di comprendere le dinamiche della mafia comisana e delle sue autonome cointeressenze illecite con la delinquenza di Vittoria riconducibile allo storico clan “Dominante” , delle attività predatorie commesse in una vasta area della provincia ai danni di imprenditori e degli approvvigionamenti di armi da guerra in Calabria.
L’organizzazione veniva promossa, organizzata e diretta da Mario Campailla, già condannato per associazione mafiosa e da poco scarcerato dopo aver scontato una pena detentiva di anni 8 per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, personaggio di grande caratura criminale che dalla sua scarcerazione provvedeva a riorganizzare le fila della criminalità organizzata di Comiso.
Attraverso i suoi luogotenenti e gregari aveva strutturato il sodalizio in maniera tale da avere tra le finalità quelle di attuare un ferreo controllo del territorio sottoponendo ad estorsione numerosi commercianti del centro casmeneo. Frattanto i Carabinieri continuano a svolgere gli accertamenti per l’identificazione degli altri 11 operatori economici, oltre ai 6 già compitamente individuati e che hanno denunciato le richieste di “pizzo” subite dalla ritenuta formazione mafiosa comisana della “Stidda”

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