Processo “Cani Killer” di Punta Pisciotto(Scicli). I fatti rievocati in aula da carabiniere

Aula delle udienze ammutolita e commossa durante l’escussione del carabiniere che per primo arrivò sui luoghi dove quattro cani stavano ancora sbranando il piccolo Giuseppe Brafa, a Punta Pisciotto. Giudici, avvocati e pubblico presente “impietriti”, ieri mattina durante il racconto delle fasi post aggressione dei cani randagi che uccisero il piccolo Giuseppe Brafa a Punta Pisciotto nello sciclitano. Silenzio assoluto durante la testimonianza del carabiniere Cocciro, che per primo accorse sui luoghi insieme a un collega. “Il bambino – ha detto – era in un lago di sangue, dilaniato da quattro cani che gli stavano ancora attorno. Mi tolsi la giacca della divisa per allontanarli e poi mi chinai sul piccolo, che, con un filo di voce, mi chiese di portarlo via da lì, perché sentiva tanto freddo”. E’ cominciato ieri mattina il processo per l’inchiesta sui “Cani killer”, che per settimane fecero paura e dei quali si occupò anche la cronaca europea. C’erano anche i genitori della piccola vittima con occhi lacrimanti ad ascoltare le agghiaccianti parole pronunciate dall’appuntato dei Carabinieri, per quel fatidico 15 marzo 2010. Il militare, rispondendo alle domande del pubblico ministero, Alessia La Placa, dinanzi al collegio penale(Maggiore, Chiavegatti, Scifo Rada)ha descritto quei quattro cani, neri e marrone, di piccola taglia ma piuttosto aggressivi, che dilaniavano il corpo insanguinato del bambino modicano, ancora cosciente. Era stato un gruppo di camperisti a guidare i due Carabinieri fino al luogo dell’orrenda aggressione, quando i cani, in branco, accerchiarono il piccolo Giuseppe, che stava pedalando in bici, non concedendogli scampo. Il carabiniere ha raccontato di avere visto Virgilio Giglio, il custode dei cani e proprietario dell’immobile dove in genere vivevano, aggirarsi nei pressi del suo casolare, senza aver compreso la gravità di quanto accaduto e non capendo le richieste di aiuto dello stesso Carabiniere. “Non si preoccupi – ci ha risposto – i cani sono tranquilli, non fanno nulla”. Coimputati nel procedimento, assieme a Giglio, difeso dall’avvocato Francesco Riccotti, sono l’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, difeso dall’avvocato Giovanni Riccotti La Rocca, accusato di omissioni di atti d’ufficio, omicidio e lesioni personali in concorso, Saverio Agosta, Antonino Avola, Roberto Turlà, i veterinari dell’Asp, difesi dagli avvocati Fabio Borrometi, Enrico Platania e Bartolomeo Romano, accusati di omissione d’atti d’ufficio, falsità ideologica ed omicidio colposo, mentre i primi due e Agosta rispondono anche di omicidio colposo e lesioni personali colpose in concorso, Salvatore Calvo e Giuseppe Pisana, dipendenti comunali difesi dagli avvocati Luigi Piccione e Rosario Avveduto, rispondono il primo di interruzione di pubblico servizio ed in concorso di omissione di atti d’ufficio. La prossima udienza è il 14 novembre.

nella foto un sopralluogo a Punta Pisciotto. In primo piano gli avvocati Enzo Trantino e Salvo Maltese

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