Morte di un uomo di Pozzallo. Proscioglimento in vista per buona parte dei medici?

Potrebbero essere prosciolti almeno due terzi dei 21 medici degli ospedali “Maggiore” di Modica e “Guzzardi” di Vittoria nell’inchiesta avviata lo scorso maggio dalla procura per le cause sospette che determinarono la morte del 54enne di Pozzallo Nicolò Di Rosa. L’uomo morì lo scorso sette maggio nella sala tac del “Maggiore”. Le indagini preliminari per omicidio colposo stanno quindi giungendo alle battute finali, e, come accennato, potrebbero far registrare il proscioglimento di una quindicina di medici, buona parte dei quali difesi dall’avvocato Tommaso Lauretta. Per gli altri professionisti che restano nel registro degli indagati, invece, sarà poi fissata l’udienza preliminare dinanzi al gup, che dovrà poi decidere su un eventuale rinvio a giudizio, fatta salva l’opportunità della difesa di richiedere riti alternativi. Tra i 21 indagati, tra medici e chirurghi del “Maggiore” di Modica, figurano anche un paio di medici dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, dove Di Rosa era stato condotto in ambulanza con codice rosso dal “Maggiore”, per accertamenti approfonditi. Dall’ospedale vittoriese il paziente tornò addirittura con codice verde all’ospedale modicano, dov’era stato nel frattempo liberato il posto letto a beneficio di un altro degente, perché non ci si attendeva il ritorno di Di Rosa dal “Guzzardi”. E così Di Rosa sarebbe rimasto per oltre sei ore su di una barella, nel reparto di chirurgia del “Maggiore”. Poi il decesso, immediatamente prima che il paziente fosse sottoposto alla tac. Da qui la denuncia dei familiari, che paventarono un ennesimo caso di malasanità. Tra la trombosi alla base dell’embolo fatale e il decesso, stando a quanto contenuto nella denuncia depositata in procura, sarebbero difatti trascorse ben 36 ore, senza che gli esami specialistici accertassero le cause del malessere di Di Rosa. In extremis si era optato per la tac, ma era già troppo tardi. Di Rosa era stato ricoverato al «Maggiore» per dei frequenti attacchi di vomito causati, a quanto pare, da un’ulcera duodenale. Di Rosa lasciò la moglie e un figlio 16enne.

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